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Messina, la droga tra Gazzi e Mangialupi: i nomi dei 19 imputati

La maxi operazione della Procura e della Squadra Mobile denominata “Acquarius”

Si divide in due tronconi, uno principale con 19 imputati e l’altro secondario con 4, l’operazione antidroga “Acquarius” del marzo scorso della Polizia sul gruppo Mazza-Ubertalli nei rioni di Mangialupi e Gazzi.
Per quasi tutti il sostituto della Dda Francesco Massara e il collega della Procura Roberto Conte hanno chiesto il rinvio a giudizio, e l’udienza preliminare si aprirà il 7 ottobre prossimo davanti al gup Monica Marino. Saranno in 19 gli imputati: Lucio Mazza, Daniele Mazza, Rosario Mazza, Aurora Aliotta, Antonino Mazza, Davide Bonanno, Ubertalli, Rosa Gigliotti, Maria Tindara Ubertalli, Massimo Russo, Fabiana Russo; e poi i calabresi Francesco Giorgi, Gianluca Minnella, Massimiliano Primerano, ed ancora Antonino Corritore, Demetrio Lombardo, Angelo Immormino (classe ’98), Sainabou Drame e Fortunata Campanella.
I due pm hanno chiesto invece il giudizio immediato per altri 4, per i quali secondo i magistrati il quadro accusatorio è ben definito: Massimiliano Merlino, Vincenzo La  Foresta, Angelo Immormino (classe ’95), Daniele Giannetto.

Saranno assistiti dagli avvocati Carolina e Salvatore Stroscio, Cinzia Panebianco, Salvatore Silvestro, Filippo Massimo Marchese, Giuseppe Donato, Pietro Venuti, Antonio Femia, Tommaso Autru Ryolo, Piermassimo Marrapodi, Domenico Leone, Eugenio Minniti, Daniela Garufi, Carmelo Portale, Giuseppe Bonavita, Carlo Autru Ryolo e Giuseppe Giacoppo.
Complessivamente questa indagine contava 23 indagati iniziali. I magistrati della Dda a marzo chiesero al gip Simona Finocchiaro una serie di misure restrittive, che ne decise 22, mentre per una sola indagata ritenne la sua partecipazione totalmente marginale e occasionale, legata solo dal vincolo di parentela. Le accuse contestate sono a vario titolo, a seconda dei ruoli ricoperti, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, cessione di stupefacenti e detenzione di armi. Di queste 21 persone 15 finirono in carcere, nelle varie case circondariali della Sicilia, e 6 invece ai domiciliari.

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