A Tremestieri è arrivato il momento delle decisioni irrevocabili. Quelle che riguardano il nuovo porto che rischia di finire insabbiato e non per colpa dello scirocco. Il cantiere della più grande infrastruttura, insieme allo svincolo di Giostra, mai progettata e appaltata negli ultimi 30 anni è in una fase di preoccupante stallo.
L’allarme risale oramai a qualche mese fa, poi la situazione è diventata ancor più delicata dopo le dichiarazioni dell’assessore regionale Marco Falcone, che aveva parlato di prossima rescissione, a cui avevano fatto seguito quelle del rappresentante della Giunta Basile, Salvatore Mondello che ha voluto mettere a fuoco la vicenda con più attenzione. E venerdì, non a caso c’era anche lui, oltre al sindaco, alla riunione che si è tenuta a Palazzo Zanca per la definizione di una vicenda che rischia di paralizzare un’opera da 72 milioni di euro. Un incontro, va detto subito, che non ha portato ad una soluzione ma che ha confermato che ci sono ancora dei margini percorribili per evitare il peggio.
La riunione è avvenuta fra l’impresa, la nuova Coedmar, il responsabile del procedimento Vito Leotta, il direttore dei lavori Pietro Certo e il collegio consultivo tecnico composto dagli ingegneri Enzo Iacopino ( per l’impresa), Antonio Pio D’Arrigo ( per il Comune) e l’avvocato Arturo Merlo, il terzo scelto dalle parti, per presiederlo.
E proprio questo collegio è stato chiamato in causa dalla azienda di Chioggia per un pagamento non puntuale da parte di Palazzo Zanca di una rata dello “stato di avanzamento”, cioè una delle quote di quanto dovuto per la realizzazione dell’opera. Ma l’azienda ha colto l’occasione per presentare anche la sua difesa d’ufficio di fronte ai ritardi del cantiere, ricordando le difficoltà legate alla pandemia e al rincaro delle materie prime. Dal suo canto il Comune ha sottolineato come non fosse affatto soddisfatto dei tempi dell’opera, e anche dell’organizzazione del cantiere, ritenuta non adeguata all’importanza e alla tipologia di cantiere. E sulla vicenda dello “stato di avanzamento” non pagato ha voluto riferire come alla Nuova Coedmar sia stata data un’anticipazione molto più ampia di quanto non sia stato effettivamente realizzato, fino a questo momento, di quello che diventerebbe la nuova porta della Sicilia.
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