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Raid incendiari, minacce, droga: sgominata la “gang del terrore” a Forza d'Agrò

Sei arresti dei carabinieri a Forza d’Agrò al termine di una indagine della Procura di Messina. Individuati gli autori del rogo dell’auto di un luogotenente dell’Arma

Che dietro gli incendi di quelle autovetture a Forza d’Agrò ci fosse la mano di uno o più malviventi i carabinieri lo avevano scoperto sin da subito, ma hanno dovuto lavorare pazientemente per mettere a posto ogni tassello e costruire un solido castello accusatorio, anche grazie ad intercettazioni telefoniche e ambientali. Un’indagine certosina condotta dai militari del Nucleo operativo della Compagnia di Taormina, guidati dal capitano Giovanni Riacà, che ha consentito di scoprire l’esistenza di un gruppo criminale che negli ultimi due anni si era mosso pericolosamente in paese e non solo, compiendo raid, minacciando cittadini e dedicandosi allo spaccio di droga nei comuni jonici. Un’inchiesta che ha portato a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla gip Ornella Pastore, su richiesta del sostituto procuratore Alessandro Liprino, eseguita la scorsa notte dai militari dell’Arma. In manette i fratelli Gabriele e Davide Pitasi, 27 e 23 anni, rinchiusi nel carcere di Gazzi; ai domiciliari, con divieto di comunicare con persone diverse dai conviventi, Franca Bartolone, 53 anni, madre dei Pitasi; Giuseppe Macrì, 46 anni; Salvatore Lenzo, 32 anni, di Santa Teresa di Riva; Andrea Micali, 22 anni, di Forza d’Agrò ma residente a Savoca.
I sei devono rispondere, a vario titolo, di danneggiamento seguito da incendio, atti persecutori, tentata estorsione, spaccio e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. La prima auto data alle fiamme è stata la Dacia Sandero del figlio dell’allora responsabile dell’Ufficio tecnico comunale Sebastiano Stracuzzi, la sera dell’1 dicembre 2020: un attentato per il quale gli inquirenti hanno sospettato sin da subito dei fratelli Pitasi e di cui adesso è accusata anche la madre.

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