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Messina, l’eredità contesa e le liti in famiglia. Condanne ridotte a madre e figlio

La vicenda del terreno che scatenò una violenta colluttazione nel maggio del 2020. Accusati di aver insieme aggredito e picchiato un congiunto

Si riducono in appello le due dure condanne inflitte in primo grado a madre e figlio nel luglio del 2021 dalla prima sezione penale del tribunale, per la cosiddetta vicenda dell’eredità contesa. Alla base della vicenda, l’uso di un terreno. Un fazzoletto di terra che diede origine a litigi e incomprensioni, compromettendo i rapporti tra madre e figlio e tra fratello e fratello, tanto da farli finire in tribunale.
Ieri i giudici della seconda sezione penale della corte d’appello hanno ridotto a 2 anni e 3 mesi la condanna per la madre, e a 2 anni (pena sospesa) per il figlio. Inoltre hanno revocato la precedente interdizione dai pubblici uffici per cinque anni decisa in primo grado, ed hanno revocato anche tutte le misure cautelari a carico di madre e figlio, disponendone l’immediata liberazione. I giudici hanno infine dichiarato inammissibile l’appello proposto dalla parte civile, il figlio danneggiato.
L’accusa, ieri rappresentata dal sostituto procuratore generale Adriana Costabile, aveva invece chiesto la conferma delle condanne inflitte in primo grado e il rigetto delle richieste difensive di sostituzione delle misure cautelari.
Erano coinvolti nella vicenda una donna di 61 anni e il figlio di 35 anni, chiamati in origine a rispondere dei reati di tentato omicidio e violenza privata ai danni dell’alto figlio di 38 anni.

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