Ritorno alla normalità lento e difficile per il “Cutroni Zodda”. La riconversione dal Covid hospital a presidio di base (“misto”) sta facendo emergere distanze tra domanda e offerta. I numeri registrati tra l’1 e il 4 giugno scorsi rappresentano una cartina di tornasole i cui colori, se confermati in futuro, devono orientare le scelte. Nella struttura vi sono stati 72 gli accessi al Pronto soccorso, di cui 5 “codici rossi” prima stabilizzati e poi trasferiti in altri ospedali della provincia. Dodici i pazienti ricoverati in Medicina interna, 6 in Pneumologia e 4 in Chirurgia generale. L’Unità operativa di Malattie infettive, che accetta solo positivi al Covid, ne ha ospitati 7, mentre 3 sono stati i ricoverati in Psichiatria, anch’essa dedicata esclusivamente a positivi al virus. Non ancora riattivato il reparto di Riabilitazione, né il Servizio di Emodialisi. E nell’Unità di Chirurgia generale, unico reparto già riconvertito dal 1. marzo scorso e che nei primi tre mesi di apertura dedicata solo a ricoveri programmati per terapia chirurgica di media complessità, è iniziata l’attività di emergenza-urgenza h24 e sono stati già effettuati interventi in laparoscopia, metodica interrotta dal marzo 2020, quando il nosocomio fu trasformato in Covid hospital. La Chirurgia generale, che dal 1. marzo al 31 maggio scorsi ha eseguito oltre 80 interventi di media complessità in regime di ricovero e circa 100 piccoli interventi ambulatoriale, ha potuto riprendere a pieno regime tutta il “carico” previsto per l’ospedale di base della città del Longano.
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