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Stromboli, grido d’allarme delle guide

Sospese le escursioni sul vulcano e inviata una lettera a Regione e Protezione civile: «Mettere subito in sicurezza il territorio»

Con grande senso di responsabilità, dopo l’incendio che ha devastato Stromboli, le guide vulcanologiche e alpine presenti sul territorio, allo scopo di garantire la sicurezza e l’incolumità dei visitatori, hanno sospeso le escursioni sul vulcano (tra l’altro consentite solo fino a quota 400 metri). Questo chiaramente crea un contraccolpo all’economia isolana che sul vulcano si basa, ma sarebbe da “folli” avventurarsi sul cratere se prima non si procede ad una bonifica e/o messa in sicurezza. E ha questo senso la nota, sottoscritta da una trentina di guide, indirizzata al presidente della Regione, al capo del dipartimento della Protezione civile nazionale e regionale, al sindaco di Lipari, agli assessori regionali al Turismo, Territorio e dell’ambiente e Agricoltura, nonché al dipartimento regionale dello Sviluppo rurale e territoriale, al commissario del Collegio regionale delle guide, al presidente nazionale delle guide e all’Ingv.
Nell’evidenziare la decisione di sospendere le escursioni «per garantire la sicurezza e l’incolumità degli escursionisti», le guide «esortano le istituzioni e gli organi competenti, coinvolti, a intervenire con la massima urgenza per il ripristino e messa in sicurezza del territorio e dei sentieri. Viste le condizioni dei pendii privi di vegetazione, si richiede che venga pianificata la realizzazione di sentieri che possano essere utilizzati come vie di fuga e linee tagliafuoco». «Si tratta – sottolinea Mario Zaia (Zazà), guida storica di Stromboli, di interventi fondamentali per il rispetto della pubblica incolumità, già altre volte da noi richiesti e che sono sempre rimasti lettera morta. Eppure, siamo in una riserva naturale orientata sulla quale ha competenza la Forestale ma, spiace dirlo, questa è solo sulla carta. Al punto che in ogni occasione (incendi, frane, pulizia dei sentieri, interventi di ripristino e messa in sicurezza) siamo sempre dovuti intervenire noi, in prima persona. Una situazione insostenibile che si ripeterà anche questa volta? Speriamo di no, anche perché siamo stanchi di operare per conto terzi».

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