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Referendum Montemare, il Sì fa ricorso al Tar contro l'Election Day

I promotori non vogliono che si voti nell’Election Day, come se il Referendum non riguardasse tutti i messinesi. Il Comitato del No all’attacco: «E questo sarebbe un esempio di democrazia...»

La mappa dei quartieri interessati dalla scissione

«La data del 12 giugno stabilita per il voto referendario sulla nascita del Comune di Montemare rappresenta di fatto un’inaccettabile forzatura politico-elettorale nei confronti dei cittadini del nostro territorio». Spiegano così, i rappresentanti del Comitato promotore del Referendum, le ragioni del ricorso urgente al Tar (sulla sospensiva richiesta si pronuncerà il prossimo 25 maggio) contro l’accorpamento della consultazione con le Amministrative nell’Election Day del 12 giugno.
«Il Referendum Montemare, se si terrà nella data del 12 giugno, assieme alle Amministrative e ai Referendum abrogativi nazionali, non potrà portare in concreto alcun cambiamento per il nostro futuro. Verrà meno infatti il motivo e lo spirito dell’introduzione del meccanismo del doppio quorum nella consultazione, che dovrebbe servire a valutare l’interesse vero da parte dei cittadini dei due ambiti nei confronti dell’iniziativa. I due quorum del cinquanta per cento più uno degli aventi diritto saranno infatti raggiunti e superati automaticamente in entrambi gli ambiti chiamati in causa, senza che ci sia la vera intenzione di recarsi alle urne per esprimersi consapevolmente e motivatamente sulla questione. La motivazione per presentarsi ai seggi sarà legata infatti, principalmente, alla scelta dei rappresentanti per il Comune e per i Quartieri in gara per la corsa alle Amministrative e non al voto del Referendum su Montemare. Il senso stesso della scelta referendaria verrà denaturato e svuotato del suo vero contenuto istituzionale, falsando, in particolare nell’ambito della rimanente parte della città non direttamente interessata allo scorporo, il risultato relativo al numero degli elettori presenti per tale finalità ai seggi. Da ultimo, ma non meno importante, si assiste già quotidianamente alla diretta ed indebita politicizzazione del tema per meri fini di propaganda elettorale, evidente e sotto gli occhi di tutti, che nulla ha a che fare con la libera e consapevole scelta che i cittadini dovrebbero poter esprimere».

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