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Il Giro d'Italia torna in Calabria per la 66. volta, due anni fa vinse Ganna

Il Giro d’Italia riparte da Palmi quaranta anni dopo la prima ed ultima volta. L’unico precedente risale al 1982 e quel giorno si arrivò fino a Camigliatello Silano con una tappa di 229 chilometri.
Vinse Bernard Becaas e Francesco Moser indossò la maglia rosa. A Scalea invece la corsa rosa ritorna 22 anni dopo uno storico precedente: fu la prima volta della cittadina dell’alto tirreno Cosentino scelta come sede di arrivo della Paestum-Scalea (177 chilometri) con successo di Jan Svorada e Cristian Moreni in maglia rosa e anche come sede di partenza della frazione che avrebbe poi portato la carovana a Matera con successo allo sprint di Mario Cipollini dopo 223 chilometri.
La Calabria torna invece a colorarsi di rosa a due anni di distanza dalla doppia tappa segnata dalla Pandemia con il Giro slittato da maggio a ottobre. Il Covid non fermò la prima partenza storica da Mileto con altro arrivo a Camigliatello Silano con Filippo Ganna vincitore della tappa e maglia rosa. In Calabria il Giro tornerà per la sessantaseiesima volta. La prima il 27 maggio del 1929. Quel giorno, in piena epoca fascista, la corsa approdò per la prima volta sulle strade calabresi. Partenza da Potenza e arrivo a Cosenza per una tappa inedita ed un vincitore illustre, Alfredo Binda.
La prima frazione tutta calabrese si registrò l’anno successivo quando Luigi Marchisio si aggiudicò la Reggio Calabria-Catanzaro. Il giorno dopo il bis con la Catanzaro-Cosenza e il trionfo di Domenico Piemontesi. Era il Giro del 1930, quello partito da Messina. Poi una pausa di quasi venti anni. Fino al 1949, l’epopea di Bartali e Coppi. Tappa di oltre duecento chilometri: da Villa San Giovanni a Cosenza con vittoria di Guido De Santi. Il giorno dopo Fausto Coppi avrebbe trionfato nella Cosenza-Salerno prendendosi la maglia rosa nelle ultime tre tappe.

Negli anni Sessanta la corsa passò per ben tre volte: nel ‘61 con la Reggio-Cosenza vinta dallo spagnolo Suarez (primo acuto straniero sulle strade calabresi), nel ‘65 con la Maratea-Catanzaro (successo del belga Brands) e con la Catanzaro-Reggio che va all’italiano Durante nel ‘67 con la vittoria del francese Jean Stablinski nella frazione Reggio-Cosenza. Sono gli anni del reggino Pepè Canale, professionista dal 1959 e subito tesserato con la San Pellegrino di Gino Bartali. È il primo calabrese ad iscriversi al Giro. Negli anni Settanta il Giro tocca ancora Cosenza, Catanzaro e anche Reggio. Sono gli anni del “cannibale” Eddy Merckx e di un altro fuoriclasse del ciclismo italiano, Felice Gimondi.
Gli anni Ottanta, invece, si aprono nel segno del cosentino Pino Faraca, maglia bianca del Giro, simbolo di miglior giovane dell’edizione del 1980. È nel gruppo che nel 1982 affronta l’inedita tappa Palmi-Camigliatello. Negli anni Novanta si registra la prima volta di Vibo con il francese Jalabert che vince allo sprint sul traguardo delle Terme Luigiane. È l’edizione di Madonna di Campiglio e della squalifica per doping che segnerà l’inizio della fine di Marco Pantani. All’alba del nuovo millennio tocca a Scalea. Sono gli anni dello scalatore cosentino Coppolillo e del campioncino sidernese Sgambelluri. Una storia che si ripeterà oggi pomeriggio. Ventidue anni dopo.

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