La frastagliata trafila giudiziaria scaturita dall’operazione antidroga battezzata “Scipione” è accompagnata da un altro capitolo. Lo hanno scritto i giudici della Corte d’appello, al termine dell’udienza celebrata ieri a Palazzo Piacentini e dedicata agli imputati che avevano scelto il rito ordinario e che già erano stati dichiarati colpevoli in primo grado. Nello specifico, il collegio della Prima sezione penale (presidente Alfredo Sicuro) ha riformato parzialmente il verdetto emesso dal Tribunale di Messina il primo giugno 2021. Esclusa l’aggravante della disponibilità di armi, Roberto Cipriano è stato condannato a 11 anni di reclusione, mentre Marcello Viscuso a 10 anni e 8 mesi di pena. Invece, inflitti 7 anni di reclusione e 30mila euro di multa ad Alessandro Duca. Confermata nel resto la sentenza impugnata. Un anno fa, ai erano stati affibbiati a Cipriano 12 anni e 8 mesi di reclusione; a Duca 8 anni, 6 mesi e 30mila euro di multa; a Viscuso 13 anni e 4 mesi. Nel pool difensivo impegnati gli avvocati Salvatore Silvestro, Carlo Autru Ryolo, Giovanni Caroè, Domenico Andrè e Corrado Rizzo.
L’inchiesta, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia e dai carabinieri, ha riguardato un gruppo che spacciava droga a Messina e si approvvigionava dai calabresi di Africo Nuovo.
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