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Messina, convocazioni false e dati sensibili estorti: ecco la truffa della polizia giudiziaria

Molti messinesi continuano a ricevere mail sospette, alcuni già caduti nel tranello

Ormai ne inventano di tutti i colori i truffatori online pur di fare cadere nella loro rete ignari quanto sprovveduti cittadini. Uno dei metodi più in voga è nascondersi dietro il paravento di soggetti istituzionali per dare corso alle loro malefatte. Si spacciano per rappresentanti delle Poste, delle banche più note e persino quali appartenenti alla polizia giudiziaria. Proprio quest’ultimo è il raggiro che anche molti messinesi rischiano di pagare a caro prezzo in caso di leggerezza o disattenzione. Da alcune settimane, infatti, molti ricevono sulle proprie mail messaggi di atti giudiziari e minacce di ripercussioni legali.
Di solito sono le persone anziane a cascarci, rispondendo con la condivisione di dati sensibili, come documenti e numeri di conto corrente, oppure cliccando su link che altro non sono se non trojan, virus che consentono a chi li ha inviati di intrufolarsi nel computer dei riceventi. Ovviamente, si tratta di false convocazioni. Di “fake” dai quali la polizia di Stato, quella vera, mette in guardia gli utenti: «Nessun ente istituzionale contatterebbe mai direttamente i cittadini, attraverso email o messaggi, per richiedere loro pagamenti in denaro o comunicazioni di dati personali, dietro minaccia di procedimenti o sanzioni penali», viene ribadito dalle forze dell’ordine, che invitano a non cliccare sugli allegati, a non rispondere e a cancellare qualsivoglia messaggio sospetto.

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