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Lidi balneari, a Messina ripartenza... a metà. La beffa della scadenza nel 2023

Morabito (Fiba): «Con la scadenza del 2023 si sono stoppati gli investimenti». La stagione si avvierà con un mese di ritardo, «ma a preoccupare è il futuro»

L’anno della ripartenza? «Magari... c’è chi ha deciso di bloccarla». Due anni di Covid hanno lasciato il segno, nonostante le “tregue” estive concesse dalla pandemia. Ma a spaventare chi anima le belle stagioni messinesi, investendo sui lidi, gli stabilimenti balneari e le attività sul mare, è il futuro. «È evidente che c’è stato un blocco immediato degli investimenti», spiega Santino Morabito, coordinatore provinciale della Fiba (Federazione delle Imprese Balneari) di Confesercenti. Tutto è legato al nodo concessioni e ad una sentenza del Consiglio di Stato dell’autunno scorso, che ha dato una scadenza estremamente – 31 dicembre 2023 – a quei concessionari che, invece, contavano di avere la titolarità di un tratto di spiaggia e di litorale fino al 2033. «La legge 145 del 2018, primo governo Conte – ricorda Morabito – aveva esteso la validità delle concessioni a 15 anni e, sulla scorta di ciò, tutti quanti avevano un titolo hanno attivato le procedure per realizzare nuove strutture, investire, c’è chi ha attivato dei mutui pluriennali». Poi la sentenza del Consiglio di Stato e le decisioni conseguenti del governo, che ha stabilito come le concessioni debbano avvenire previ bandi pubblici. «La Regione, solitamente pachidermica, stavolta è stata molto solerte nell’adeguarsi – continua Morabito – e nel giro di un mese ha inviato a tutti l’atto amministrativo con cui fissa la scadenza di dicembre 2023. Dal primo gennaio 2024, dunque, chi gestisce un lido non sarà più autorizzato a farlo».

Stop a investimenti di lunga scadenza

La conseguenza è lo stop a qualsiasi ragionamento a lunga scadenza: si proverà a trarre il massimo dalla prossima estate e da quella 2023, le ultime in cui sarà valida l’attuale concessione, dopodiché sarà un salto nel buio. «Ho parlato con alcuni dei fornitori più importanti, parliamo di commesse da milioni di euro solo in Sicilia, e il 70% di queste è stato ritirato», aggiunge Morabito. Il quale sfata anche un mito: «Tanti sono convinti che dietro ai lidi ci sia chissà quale giro d’affari, ma su 30 mila concessioni in Italia, solo 200 hanno fatturati a sei zeri». Gli altri? Tra 200 e 250 mila euro a stagione, con costi, però, altrettanto importanti: 30-40 mila euro solo per il parco attrezzature, oltre al personale. «Senza contare – osserva il coordinatore della Fiba – che ogni estate ci sono almeno due visite della guardia di finanza, tre-quattro della Capitaneria, e poi i carabinieri e i controlli sul personale».
A Messina le concessioni sono 32, la maggior parte delle quali concentrate lungo la riviera nord, in provincia sono oltre 200. Quest’anno la stagione partirà in ritardo, «quasi tutti non prima di inizio giugno», conferma Morabito, ma la colpa è del clima: «Fino a poche settimane fa era praticamente inverno». La maggior parte degli stabilimenti, però, ha avviato le operazioni di ripristino delle strutture, basta passeggiare lungo la litoranea per intravedere i lavori in corso. «Anche chi ha deciso di non aprire in questi due anni di Covid, stavolta partirà. Vanno massimizzati i guadagni finché c’è la concessione».

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