Ancora una fumata nera soffia sugli appalti di Rete ferroviaria italiana dedicati al servizio di trasporto marittimo nello Stretto di Messina. Dopo il nulla di fatto nell’affidamento dei collegamenti veloci sulla linea Messina-Reggio Calabria, a causa della carenza dei titoli della società aggiudicataria, la Liberty Lines, adesso la battuta d’arresto abbraccia la gara per i tre nuovi traghetti dual-fuel veloci, andata deserta. La procedura metteva a disposizione circa 52,102 milioni di euro, dei quali circa 1,267 per coprire i costi di progettazione.
Ma, evidentemente, non ha fatto gola ad alcuno, visto che nessuno ha alzato la mano e presentato offerte. Non si conoscono le ragioni che hanno trattenuto gli operatori economici, ma dai chiarimenti chiesti dalle imprese alla committente emerge qualcosa. Un operatore, ad esempio, avrebbe manifestato perplessità in ordine ai “paletti” in materia di alimentazione e propulsione delle navi, suggerendo delle alternative però scartate da Rete ferroviaria italiana. Rilievi incentrati sui motori dual fuel indicati nel bando, ritenuti piuttosto grandi e pesanti. Non secondaria la questione del serbatoio di gas naturale liquefatto: un sistema che non sarebbe adatto a un natante ad alta velocità e delle dimensioni previste, e inoltre non vi sarebbero piccole navi a doppia alimentazione ad alta velocità sul mercato. Espresse poi ulteriori considerazioni sui motori a idrogetto, inefficienti a velocità di soli 25 nodi. Sia la richiesta di poter partecipare alla gara prevedendo motori ad alta velocità solo gas con piccoli motori elettrici come soluzione ibrida aggiuntiva, sia quella di sostituire gli idrogetti con eliche convenzionali, sono però state prevedibilmente messe da parte da Rfi nelle relative repliche.
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