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Messina, processo d'appello "Totem" sugli affari di Tibia: pene ridotte e assoluzioni

Con sconti di pena e alcune assoluzioni si è concluso il processo d’appello dell’operazione “Totem” l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia che sul clan mafioso di Giostra durante la reggenza di Luigi Tibia. La corte d’appello ha disposto l’esclusione dell’aggravante del reimpiego nell’attività dell’associazione di capitali di provenienza illecita e l’esclusione, per alcuni, dell’aggravante mafiosa arrivando così a disporre assoluzioni totali, assoluzioni parziali e rideterminando la pena per gli altri con sconti e riduzioni in alcuni casi consistenti rispetto alla sentenza di primo grado emessa due anni fa.

Alla fine sono 14 le condanne e 4 le assoluzioni. In particolare la Corte d’appello ha condannato Paolo Aloisio a 13 anni, Massimo Bruno a 14 anni, Luciano De Leo a 13 anni e 6 mesi, Teodoro Lisitano a 14 anni, Paolo Mercurio a 13 anni, Vincenzo Misa a 12 anni, Giuseppe Molonia a 13 anni, Antonio Musolino a 13 anni, Giuseppe Schepis a 13 anni, Calogero Smiraglia a 13 anni e 6 mesi, Luigi Tibia a 19 anni , è stato anche assolto per l’intestazione fittizia della partecipazione al capitale sociale della sas “I Sapori del mattino” e insieme a De Leo è stato assolto anche da un'altra contestazione di intestazione fittizia. Inoltre la Corte d’appello ha condannato Giacomo Russo 1 anno e 10 mesi e 500 euro di multa. Condanna ridotta per il commercialista Pietro Gugliotta ex vice presidente dell’Acr Messina, per lui la corte d’appello ha disposto 2 anni e 6 mesi ( in primo grado era stato condannato a 16 anni e 2 mesi) e per Eduardo Morgante 2 anni e 2 mesi (in primo grado aveva avuto 16 anni e 6 mesi). Gugliotta e Morgante sono stati entrambi assolti da un capo d’imputazione.

Sono stati invece assolti Santi De Leo, Francesco Forestiere e Carmelo Salvo con la formula per non aver commesso il fatto e Maddalena Cuscinà perché il fatto non costituisce reato. La Corte ha anche disposto la cessazione degli effetti della misura cautelare per Forestieri e Salvo e revocato le pene accessorie e la misura di sicurezza per Gugliotta e Morgante. Il processo di primo grado si era concluso il 16 aprile 2020 con 18 condanne che oscillavano dai 25 anni fino ai due anni di reclusione. Contro questa sentenza la difesa rappresentata dagli avvocati Alessandro Billè, Daniela Agnello e Salvatore Silvestro Antonello Scordo, Pietro Luccisano e Domenico Andrè ha deciso di ricorrere in appello. Con l’operazione Totem, gli investigatori della Squadra mobile e dei carabinieri puntarono l’attenzione sul clan mafioso di Giostra. Secondo l’accusa, il gruppo nel tempo era riuscito a diversificare le proprie attività in diversi settori economici, come la gestione di stabilimenti balneari, rosticcerie punti internet per la raccolta e gestione di scommesse on line. Il blitz scattato il 29 giugno 2016 sfociò in 23 arresti. Una parte dell’inchiesta è dedicata anche alle corse clandestine di cavalli con la raccolta di scommesse clandestine e le sfide tra scuderie.

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