Si torna a parlare del Parco dei Peloritani, dopo che la sua istituzione nel 2018 venne inopinatamente bocciata per soli cinque voti dall’Assemblea regionale siciliana. A farlo è il Gal Tirrenico “Mare Monti e Borghi”, che ha rilanciato il progetto di istituzione con due incontri che si sono tenuti a Basicò e a Taormina, individuati come le future sedi dell’ente. «Sono convinto che oggi le cose andrebbero diversamente sia sulla scorta di una nuova consapevolezza ambientale, sia delle centinaia di testimonianze che ci spingono a muoverci in questa direzione», dice, ottimista, Roberto Sauerborn, direttore generale del Gal, in questo periodo impegnatissimo a raccogliere adesioni e promuovere il “Parco naturalistico dei Monti e Borghi Peloritani” a livello territoriale e presso il governo regionale. Due le direttrici lungo le quali si sta muovendo Sauerborn: quello naturalistico e quello umano. «Siamo consapevoli che il nostro territorio dei Monti Peloritani è già in gran parte una vasta area protetta – sostiene –, visto che ricadono integralmente diverse aree protette di Natura 2000, tra Siti di interesse comunitario (Sic) Zone di protezione speciale (Zps), la Riserva naturale orientata di Fiumedinisi e Monte Scuderi, la riserva di Marinello, zone di alto interesse paesaggistico e “Geositi” riconosciuti anche di interesse mondiale, come la “Rocca Salvatesta” di Novara di Sicilia, oltre a migliaia di ettari di demanio forestale regionale». A questi aspetti «del Parco vanno sommati quelli umani, segnati da una presenza che rivela emergenze di tipo architettonico, archeologico ed etnoantropologico».
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