È saltato in aria il tavolo del Centrodestra messinese. Definitivamente? In questo momento sembra di sì, a meno che interventi dall’alto (Roma e Palermo, ma nemmeno lì le cose vanno bene...) non siano tali da ricucire rapporti che ormai appaiono irrimediabilmente compromessi e in grado di trovare un elemento di sintesi, che molti intravedono nella possibile discesa in campo dell’ex sindaco Peppino Buzzanca. Ma, ancora una volta, andiamo con ordine...
Il sasso nello stagno
È Nino Germanà, che alle 19,40 del sabato sera, lancia una pietra grossa quanto un macigno, nelle acque immobili di una coalizione che non riesce a uscire dal guado. «Dopo fughe in avanti e colpi bassi, apprendo di una uscita pubblica, in una tv locale, del candidato di una parte minoritaria del centrodestra, accompagnato dal deputato all’Ars Luigi Genovese. È l’ennesima provocazione che deve subire il Centrodestra, l’ennesimo tentativo di prevaricazione che non fa bene a nessuno. Probabilmente qualcuno, che non vuole il bene della città, vuole consapevolmente spaccare il Centrodestra per logiche personali. No a candidature divisive, basta a metodi discutibili e dannosi, non sono disposto ad assistere ancora a un Centrodestra che si fa logorare. Ritengo finora di essere stato fin troppo responsabile e pacato rispetto alle azioni che ho dovuto subire. Probabilmente anche la mia candidatura si è mostrata divisiva, ed essendo una persona responsabile, sono pronto con un gesto di generosità e serietà a fare un passo indietro per trovare una sintesi unitaria che vada oltre me e Croce». Il nome dell’altro candidato, di quella che Germanà definisce «una parte minoritaria del Centrodestra», viene fatto solo in coda, nell’ultima frase, allorché il deputato nazionale della Lega dice con chiarezza: «Non ci siamo messi d’accordo sui nomi, bene, adesso rinunciamo tutti e due».
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