La conferma delle prime condanne inflitte a capi e gregari della mafia dei pascoli nell’aprile del 2021. Poi il ribaltamento delle due assoluzioni decise sempre quel giorno in primo grado dal gup Simona Finocchiaro, nei giudizi abbreviati per lo stralcio dell’operazione “Nebrodi”. Ecco in estrema sintesi la requisitoria dell’accusa al processo che si è celebrato ieri in Corte d’appello, tenuta dal sostituto procuratore generale Adriana Costabile, la quale è andata avanti per oltre un’ora scomponendo ogni singola posizione degli otto imputati di questo troncone.
È la maxi inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Messina coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia scattata a gennaio 2020, che con l’apporto investigativo dei carabinieri del Ros e della Guardia di Finanza ha acceso per la prima volta i riflettori su un sistema ultradecennale di truffe all’Agea, su cui ruotavano gli interessi dei clan mafiosi tortoriciani. Un “business” che ha drenato milioni di euro dell'Unione Europea nelle casse di tutta Cosa nostra siciliana. In primo grado, per i pochi che scelsero all’epoca il giudizio abbreviato furono sei dure condanne e due assoluzioni.
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