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Capo d’Orlando, confisca dei beni a Francesco Cannizzo: nuovo vaglio della Corte d'Appello

Il tribunale di Messina

Dovrà essere sottoposto ad un nuovo vaglio da parte della Corte di Appello di Messina il procedimento che ha portato alla confisca definitiva dei beni a carico dei familiari di Francesco Cannizzo, deceduto nel 2018 all’età di 58anni, ritenuto uno dei boss della consorteria mafiosa dei Nebrodi e già condannato a due ergastoli. La quinta sezione della Corte di Cassazione ha infatti disposto l’annullamento con rinvio dell’ordinanza con cui la Corte d’Appello messinese (a seguito di precedente rinvio della stessa Cassazione, ndc) nel gennaio 2020 aveva rigettato l’impugnazione proposta da Maria Antonia Caliò, vedova del Cannizzo, e dalle figlie Elisa, Pamela e Roberta Cannizzo, residenti a Capo d’Orlando. L’originario provvedimento di confisca, divenuto definitivo nel 2010, lo ricordiamo, riguardava beni per un valore complessivo stimato in un milione e 200 mila euro, tra cui una villa nel comune di Capo d’Orlando, un immobile a Naso ed alcune autovetture, per cui gli inquirenti rilevarono la sproporzione tra i redditi percepiti dalla famiglia ed il valore dei beni posseduti.

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