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Messina, prezzi alle stelle. Luce, gas, benzina: ora anche il pane

I costi alle stelle di prodotti e materie prime si ripercuotono sull’intera economia di città, come Messina, allo stremo. L’accorato grido d’allarme dei panificatori: «In dieci giorni la farina è aumentata del 60 per cento. Come possiamo reggere? Ma l’Agenzia delle Entrate invia puntualmente le cartelle esattoriali...»

Con il costo di luce e gas arrivato alle stelle, anche la farina e, a cascata, il pane, la pasta, i biscotti, e tutto il resto, subiscono rincari. Accade ovunque, anche in città dove i titolari dei panifici non sanno più come arginare l’aumento dei prezzi. In attesa che il Governo accolga il loro grido di dolore, chi ancora non ha aumentato il prezzo del pane sa che prima o poi dovrà farlo.
«Dieci giorni fa un autotreno di farina costava 13mila euro, la settimana scorsa lo stesso autotreno di farina ne costava 22mila, un aumento di circa il 60 per cento». Francesco Arena, presidente di Assopanificatori di Messina e titolare di un panificio in via Tommaso Cannizzaro fotografa con i numeri una situazione drammatica: «A luglio – prosegue – compravamo la farina a 60 centesimo al chilo oggi è un euro e venti al chilo senza contare i rincari di olio, burro, zucchero, praticamente è raddoppiato tutto. Per ora stiamo cercando di tirare per non gravare sull’utente ma quanto prima dovremmo modificare i prezzi anche perché sono aumentati i costi dell’energia. Con le associazioni di categoria abbiamo chiesto interventi allo Stato, sembra ci stiano ascoltando, vedremo se ci saranno risultati. In questi giorni – conclude –, ho raccolto il malcontento di tanti colleghi messinesi e di tutta Italia. La città continua a soffrire economicamente, ho un panificio in centro, il pomeriggio dalle 19,30 in poi le strade sono deserte, la gente non esce più».

Leggi l'articolo completo, con le interviste ai panificatori, sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud-Messina

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