La data da cerchiare in rosso sul calendario è quasi certa: 29 maggio. Ma il quasi rimane e per più motivi. Ieri il presidente della Regione Nello Musumeci è sembrato più convinto di altre volte: «Puntiamo a fissare le elezioni nell’ultima domenica di maggio, in modo da non andare oltre metà giugno col ballottaggio». Impossibile il week-end precedente, quello del 22 maggio, perché coincide con le celebrazioni del trentennale della strage di Capaci. E andare ancora a ritroso – 15 maggio – significherebbe convocare i comizi entro l’inizio della prossima settimane. Improbabile.
Il referendum: giornata clou
C’è un’altra incognita, però, che pende su Messina: il caso Montemare. Da più parti assicurano che la questione referendum non inciderà sulla data delle elezioni. Ma il dubbio rimane: oggi, infatti, il Tar dovrà entrare nel merito della querelle tra Comune e assessorato regionale alle Autonomie locali, relativa alla nomina, da parte di quest’ultimo, di un commissario ad acta. Il commissario era stato inviato dalla Regione proprio per fissare la data del referendum, poi il ricorso presentato dall’ex sindaco De Luca e la sospensiva concessa dal Tar avevano bloccato tutto. Cosa accadrà, se oggi il Tar dovesse rimettere in sella il commissario ad acta? È questo l’ultimo dubbio che aleggia sulle prossime elezioni amministrative. Nel frattempo le forze in campo non sembrano avvertire una grandissima fretta. Tanto il centrodestra quanto il centrosinistra continuano ad avvitarsi tra tavoli locali e tavoli regionali. Nel frattempo Federico Basile, l’uomo di De Luca, continua il suo tour tra i quartieri della città, seppur momentaneamente “orfano” dell’ex sindaco, fermato ai box dal Covid (è a casa, asintomatico). Sarà un’ulteriore occasione, per De Luca, per testare sul campo il suo candidato sindaco, costantemente sotto osservazione. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina