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Occupazione suolo a Messina, timore per l'arrivo degli avvisi di pagamento

C’è grande preoccupazione tra gli imprenditori messinesi per l’arrivo dei primi avvisi di pagamento del Canone di occupazione suolo da parte dell’amministrazione comunale. In un atto di indirizzo votato dalla giunta lo scorso 9 gennaio, l’amministrazione De Luca aveva anticipato la ferma volontà di prolungare l’esenzione del pagamento per tutto il 2022, ben oltre la data fissata dal governo, il 31 di marzo. Un provvedimento per il quale ci sarebbe anche la copertura finanziaria nel bilancio previsionale, che però non ha ancora visto il voto in aula. Un allungamento dei tempi che pesa sulle spalle dei pubblici esercizi messinesi che a partire dal prossimo primo di aprile potrebbero vedere la demolizione dei dehors e la revoca della concessione di occupazione suolo, in caso di mancato pagamento. Un provvedimento inammissibile che metterebbe in ginocchio un settore già fortemente penalizzato dalla recessione prima e dalla pandemia dopo. Un provvedimento contro il quale compatte reagiscono le associazioni, che si dicono pronte a collaborare con Palazzo Zanca per trovare nel più breve tempo possibile una soluzione che comunque permetta agli operatori di settore di poter continuare in serenità a svolgere la propria attività, specie in vista dell’apertura della prossima stagione.

Il timore degli imprenditori

Carmelo Picciotto, presidente di Confcommercio - “C’è grande allarme da parte dei commercianti per questo pasticcio che viene fuori dalla confusione amministrativa generata da un lato da un atto di indirizzo che prevede la sospensione dei pagamenti per il 2022 e che ne prevede copertura finanziaria nel previsionale, e dall’altro la riattivazione del recupero dei crediti a partire dal primo di aprile. Il grande timore è quello di non riuscire ad affrontare la stagione con la paura inoltre di vedere smantellato ciò che è stato realizzato con fatica in questi mesi in cui i dehors hanno costituito spesso l’unico modo per poter ricevere i clienti nel rispetto delle normative anticovid. Ci attiveremo per la soluzione del problema, sollecitando da una parte il consiglio comunale a votare il bilancio previsionale, all’interno del quale sono previste le somme a copertura del provvedimento di esenzione, dall’altro spingendo affinché il regolamento di regolarità contributiva non diventi una enorme mannaia per i commercianti, impedendo loro di continuare a fare il loro lavoro. Se gli imprenditori non sono messi nelle condizioni di svolgere la propria attività, infatti, non saranno neanche in condizioni di pagare i loro debiti. In un momento in cui le banche non danno credito con facilità, mentre gli usurai sono pronti dietro l’angolo ad offrire il cappio, bisogna assolutamente muoversi con prudenza e tempestività.

 

Luigi Spignolo, UPLA CLAAI - Le associazioni datoriali avevano dato credito all’atto di indirizzo formulato dalla giunta il 9 gennaio, certi anche delle coperture finanziaria. Oggi, che quella amministrazione non c’è più, ci troviamo spiazzati davanti ad un provvedimento che impone dal 1 aprile la regolarizzazione delle somme pena la revoca della concessione suolo. Un provvedimento del genere non può passare così in maniera unilaterale, è necessario che venga convocato un tavolo con tutti i soggetti coinvolti perché si trovi al più presto una soluzione condivisa.

Lino Santoro, PMI - Spero in un immediato intervento del presidente del Consiglio e dei consiglieri (di chi la colpa sia non mi riguarda. Ricordo che noi gestori di ristoranti e bar, ci troviamo ad affrontare periodi di profonda crisi, e che di questo passo ci ritroveremo costretti a chiedere soldi ad usura per ottemperare alle nostre scadenze. E’ impensabile che dopo il 2019 a seguito della pandemia i nostri Durc e le tasse comunali possano essere in regola visto che le banche non danno credito e lo Stato   ci ha buggerato solo 7 mesi con il credito d'imposta.

Danny Anna, ALCES - E’ il momento che le istituzioni ci diano veramente una mano, che non significa non pagare le tasse che è giusto che tutti paghino, ma dobbiamo avere il tempo di rimetterci in sesto. Le aziende ormai sono tutte al tappeto. Se viene applicata una politica di repressione le possiamo chiudere tutte, se invece cerchiamo di venirci incontro con le rateizzazioni e con la dilazione delle scadenze, spettando magari la sospensione dei provvedimenti anticovid che penalizzano fortemente le nostre attività.

Gino Sciotto, FAPI CESAC - Non si può richiedere proprio adesso il pagamento del canone di occupazione suolo pubblico per i tavolini all'aperto di bar e ristoranti. È necessario sostenere convintamente la ripresa economica delle attività di somministrazione di cibi e bevande, perché il Covid-19 ha messo a dura prova questi esercizi con lunghi mesi di chiusura. Attendiamo che già nelle prossime ore arrivi un provvedimento da parte dell'Amministrazione comunale di Messina volta ad esentare il pagamento degli spazi esterni di bar e ristoranti fino alla fine dell'anno, così come prevede l’atto di indirizzo votato dalla giunta De Luca lo scorso 9 gennaio.

Salvo Lando, SADA CASA – Se alziamo un muro davanti agli operatori della nostra città, se gli sbarriamo la strada con provvedimenti di tale portata e tale impatto, il settore non riuscirà mai a riprendersi. Vogliamo collaborare con il Comune, nell’interesse di tutti, e della città in primis, ma dobbiamo mettere al sicuro la prossima stagione e consentire agli imprenditori di continuare a svolgere il proprio lavoro.

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