6 marzo 2020. Una data tristemente storica, quella del primo caso accertato di Covid nel Messinese. Fu quello di un vigile del fuoco di Sant’Agata Militello. Il paziente zero, uno, o chissà che numero. Perché presto il tracciamento sarebbe andato in tilt ovunque. Presto la pandemia avrebbe cambiato tutto. Il dott. Enzo Picciolo, responsabile Emergenza-urgenza dell’Asp e referente aziendale Team Covid-19, questi due anni li ha vissuti costantemente in trincea. E li ripercorre insieme a noi. Che ricordo ha, di quei primi giorni? «Erano giorni in cui si cercava di organizzare prevalentemente l’attività territoriale per l’effettuazione dei tamponi. Non eravamo preparati ad affrontare una sfida così importante. Da un lato l’esecuzione dei tamponi e la diagnosi, dall’altro la rete ospedaliera». Il tracciamento era particolarmente complesso, si andava ancora caso per caso, cercando di ricostruire la catena del contagio. «I focolai erano ancora molto ristretti, come quello di Sant’Agata Militello. Quindi i tamponi erano “mirati” alla ricostruzione dei contatti». Ora che autunno si aspetta? «Con i trattamenti e le cure, supereremo la fase emergenziale». Senza dimenticare i vaccini. Ci saranno richiami annuali? «Quest’anno abbiamo sperimentato il vaccino anti-Covid in contemporanea con l’anti-influenzale, e dagli esiti sembra che ci sia una risposta anticorpale maggiore del 20 per cento. Lo abbiamo fatto in modo separato, su due braccia. Probabilmente dall’autunno in un unico dosaggio ci saranno entrambi i vaccini». Secondo lei abbiamo imparato le lezioni che ci ha dato la pandemia? «Rispondo molto francamente: no». Leggi l'intervista integrale sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina