Ben 30mila accessi in appena tre mesi estivi sono troppi e mettono a rischio il delicato habitat naturale di uno degli angoli più suggestivi del mare del promontorio, quello denominato “Piscina di Venere”. Per tale ragione, dopo quanto emerso dagli studi dell’Ispra e dell’Università di Messina, si è deciso di regolamentare gli accessi in questa zona che rientra nella competenza dell’Area marina protetta (Amp). Elevato, infatti, è il rischio di danni alla flora e alla fauna determinata da presenze superiori a quelle che possono essere sostenute dall’ecosistema. E così, ieri mattina, il sindaco Pippo Midili e il presidente dell’Area marina Giovanni Mangano hanno comunicato l’intenzione di contingentare l’accesso dei visitatori, prevedendo anche il pagamento di un ticket di ingresso che sarà fissato nelle prossime settimane con una diversificazione per i turisti e per i residenti per i quali si immagina un abbonamento a costi sostenibili come avviene attualmente per l’ingresso al Castello. «Non possiamo vietare l’accesso a questo luogo straordinario – hanno affermato Midili e Mangano – ma dobbiamo regolamentarlo». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud – Messina