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Barcellona, omicidio di Carmelo Rizzo: 30 anni confermati a Di Salvo e Condipodero

L’efferata uccisione nel 1999, sull’A3 in Basilicata, del ventisettenne autotrasportaore. Assolto in appello Giovanni Rao per non aver commesso il fatto

Nel processo scaturito dall'operazione antimafia denominata “Caino” - per l'uccisione dell'autotrasportatore di Barcellona, Carmelo Martino Rizzo, assassinato a 27 anni, per ordine della “famiglia mafiosa dei barcellonesi” – la Corte di Assise di Appello di Potenza ha confermato ieri due condanne a 30 anni ciascuno di reclusione per il boss Salvatore “Sem” Di Salvo, 57 anni e per il presunto gregario Basilio Condipodero, 48 anni, ex titolare di un bar trattoria di Barcellona.
Gli stessi giudici, riformando la sentenza di primo grado emessa a seguito di giudizio abbreviato l'11 settembre 2020, hanno invece assolto – “per non aver commesso il fatto” - l'ex capo della cosiddetta commissione mafiosa della “famiglia dei barcellonesi”, Giovanni Rao, 61 anni, di Castroreale, il quale era stato indicato da un collaboratore di giustizia tra i mandanti dell'omicidio di Carmelo Martino Rizzo, ucciso nella cabina del suo autoarticolato, poco prima dell'alba del 4 maggio del lontano 1999, a Lauria, in una piazzola di sosta del tratto lucano dell'A 3 Salerno - Reggio Calabria. Ieri, subito dopo la sentenza, gli avvocati Giuseppe Lo Presti e e Diego Lanza, difensori di Basilio Condipodero, hanno dichiarato: «La sentenza è profondamente ingiusta poiché i collaboratori di giustizia riferiscono fatti noti fondati su confidenze che rappresentano solo una prova circolare inidonea a fondamento di una sentenza di colpevolezza. Attendiamo le motivazioni per proporre subito dopo ricorso per Cassazione».

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