Un inseguimento rocambolesco lungo strade trafficate, condito da un episodio sconvolgente: il disegno criminale di dare alle fiamme il carico di un mezzo pesante. Scene da film d’azione made in Usa, ma reali – eccome – in una fetta di territorio della fascia tirrenica, compresa tra Terme Vigliatore e Falcone, nella quale tutto sembrava lecito. Come se nulla fosse, come se lo Stato non esistesse. Parla chiaro la sfilza di reati contestati a vario titolo a tre indagati: dalla tentata estorsione aggravata al possesso di armi e arnesi atti ad offendere, passando appunto per il tentato incendio aggravato. Fatti, questi, costati l’arresto a Salvatore Carmelo Catalfamo e Salvatore Catalfamo, cugini barcellonesi di 42 e 60 anni, e a Salvatore Torre Lo Duca, quarantenne originario di Terme Vigliatore. Quest’ultimo, in virtù di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Patti Ugo Molina, è stato rinchiuso nelle patrie galere di Termini Imerese, mentre Salvatore Carmelo Catalfamo nella casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto. Il cugino più grande, invece, sottoposto ai domiciliari. Misure tutte eseguite dai carabinieri della Stazione di Falcone, guidati dal luogotenente Angelo Floramo, protagonisti di quanto accaduto alcuni mesi fa. Era il 14 giugno scorso quando sono intervenuti bloccando due dei tre indagati. Da quel momento, i militari facenti parte della Compagnia di Barcellona, comandata dal capitano Lorenzo Galizia, hanno riavvolto il nastro e ricostruito nei dettagli il tutto. Prezioso si è rivelato il coordinamento dell’Ufficio inquirente di Patti, retto dal procuratore Angelo Cavallo.
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