Un ritorno al passato per trovare più soldi e mantenere tutti. La prostituzione con l’avallo della famiglia mafiosa barcellonese, che incassava mensilmente le “quote” per centinaia di euro dai protettori. È uno dei tanti retroscena della recente operazione della Dda e dei carabinieri che ha portato ad 86 misure cautelari tra Barcellona, Milazzo e gli altri centri tirrenici. Ed è ancora il gip Ornella Pastore, nella sua ordinanza di custodia, a raccontare tutto: «I fatti per cui si procede - scrive -, da questo punto di vista, sono culminati nel contatto fisico che avveniva presso le abitazioni reperite da Mazzeo Antonino e dalla compagna di questi Santos Cardoso Aldenice, anche grazie alla collaborazione di Abbriano Massimo. Gli elementi di prova, che verranno di seguito esposti depongono univocamente nel senso della natura sessuale delle prestazioni offerte, a volte anche a più persone contemporaneamente».
Sono loro, i primi due finiti in carcere e il terzo, agente immobiliare, che è ai domiciliari, ad aver organizzato secondo la Dda il “grosso giro”, con la benedizione di Cosa nostra barcellonese. Secondo il gip «... l’organizzazione criminale in parola ha operato con l’avallo della famiglia mafiosa barcellonese, in particolare di Foti Carmelo Vito (uno dei tre soggetti di vertice presenti sul territorio nel periodo in cui si sono svolte le indagini), che ha tratto anche un’utilità economica dall’illecita attività autorizzata».
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