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Mafia a Barcellona, il “pizzo” perfino per le luminarie al camposanto

Pizzo anche ai “Grandi Magazzini 3G” e allo “Sfam - Gran Bazar”

Anche per gestire l’illuminazione straordinaria delle lampade votive in occasione della commemorazione dei defunti del novembre 2020, la consorteria mafiosa imponeva il pizzo. Infatti l’indagine sul gruppo che aveva ripreso il controllo delle redini della famiglia dei “barcellonesi” ha consentito di scoprire una estorsione. Per convincere il nuovo gestore del servizio, fresco di nomina, il gruppo mafioso aveva anticipato la successiva mossa attuando un atto di sabotaggio ai danni dello stesso impianto elettrico installato pochi giorni prima nel cimitero di Barcellona da una ditta di Villafranca Tirrena. A distanza di pochi giorni, il 28 ottobre 2020, Cannistraci - titolare della ditta - presentava una denuncia carabinieri di Barcellona cui riferiva di aver saputo, quella stessa mattinata, da uno dei suoi operai che ignoti avevano danneggiato linee luce presso il cimitero di Barcellona Aggiungendo che, il giorno precedente, aveva personalmente constatato che in alcuni punti delle linee luce erano stati apposti dei ponti per cagionare dei corti circuito. Il giorno successivo gli stessi carabinieri costatavano ulteriori atti di sabotaggio dell'impianto elettrico per la presenza di cavi tranciati.

Altre estorsioni compite dallo stesso gruppo criminale sono quelle in cui hanno agito il tabaccaio Rosario De Pasquale, Carmelo Vito Foti, Mariano Foti e Filippo Torre, costringevano Antonino Mancuso, gestore di fatto della "Grandi Magazzini 3G” a farsi consegnare 7.500 euro ogni anno, somma suddivisa in tre rate. Dazio pagato dal 2017 fino all’agosto 2020. Altra estorsione commessa dallo stesso gruppo a cui avrebbero anche partecipato Antonino Alesci Lo Presti, lavoratore Lsu al Comune di Barcellona, Agostino Milone, Filippo e Salvatore Torre, costringevano Salvatore Lo Presti, socio accomandatario della “Sfam - Gran Bazar” che gestisce l'esercizio commerciale con insegna "CRAI", meglio conosciuto come “Nanna Ladra”, a consegnare imprecisate somme di denaro, in tranche da 500 a 1.000 euro. E ciò sarebbe avvenuto tra maggio 2014 al dicembre 2020.
Altre due estorsioni commesse in trasferta a Milazzo da Bartolo Costantino, Carmelo Vito Foti, Francesco Salvatore Foti , i quali avrebbero costretto Domenico De Luca, presidente della cooperativa “Mylae”, che gestisce il parcheggio omonimo e il parcheggio “Island”, a consegnare nell’agosto 2019, tramite il padre mille euro. Solo Costantino Bartolo e Carmelo Vito Foti avrebbero estorto a Domenico Italiano titolare del “Garage Italia”, sempre nell’agosto 2019 la somma di 2 mila euro.

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