
Una dura replica all’ex sindaco, ma anche un evidente affondo diretto ai vertici dell’Ateneo. L’ex rettore, oggi deputato nazionale del Pd, Pietro Navarra, non perde l’occasione per criticare il suo successore, Salvatore Cuzzocrea, in una “guerra” che va avanti ormai da lunghi mesi.
Navarra interviene, con un post, per rispondere alle affermazioni di Cateno De Luca. «Qualche giorno addietro, l’ex sindaco in “fantozziana fuga” dalle promesse non mantenute e dalle bugie spacciate per verità – esordisce il parlamentare del Pd – cercava di spiegare il buon giudizio espresso dal rettore Cuzzocrea nei confronti della sua Amministrazione e accusava me di non comprendere le sinergie tra Comune e Università. Nel farlo, però, ha continuato a mistificare la realtà. Infatti, ha dimenticato di dire che molti tra i diversi progetti che la sua Amministrazione avrebbe avviato con l’Università di Messina negli ultimi tre anni (vedi per esempio MeSmart e Agorà) erano stati già inseriti dalla precedente Amministrazione nel Masterplan e che altri ancora non sono altro che una rimodulazione di risorse del Masterplan o del Pon Metro che l’ex sindaco De Luca ha trovato nel bilancio del Comune già al suo insediamento. A parte le scelte di sapore elettoralistico e del tutto inutili rispetto agli obiettivi che l’Amministrazione si poneva, vedi per esempio il progetto “L’Estate addosso”, alcune altre decisioni sono state sciagurate per le prospettive di sviluppo della città: vedi, per esempio, l’azzeramento dell’hub dei trasporti».
Ma la parte più “velenosa” è quella che segue. «De Luca sarà ricordato come uno dei più memorabili “cala pacchi” all’Università di Messina – afferma Navarra –. Uso i due esempi che egli stesso cita per vantarsi della proficua collaborazione tra i due Enti: la vendita dell’hotel Riviera da parte della Città metropolitana all’Università e l’affidamento della gestione degli impianti sportivi comunali alla società sportiva dilettantistica (Ssd) dell’Ateneo. Nel primo caso il “pacco” è integrale. L’Università ha, infatti, acquistato dalla Città metropolitana l’ex albergo Riviera alla modica cifra di 3,6 milioni di euro. Si tratta di un immobile di circa 8000 metri quadrati di superfici coperte e circa 1000 mq di superfici esterne del tutto inagibile e in totale stato di abbandono e degrado. Nel contempo, però, la Città metropolitana ha acquistato al prezzo di 3,5 milioni di euro la “Città del Ragazzo”: un immobile in pieno centro di circa 9000 metri quadri di spazi coperti largamente agibili con annessi circa 200.000 metri quadrati di terreno. Da queste poche informazioni, ma estremamente indicative, non è affatto difficile comprendere come i conti non tornino e risulta del tutto evidente dove sta il “pacco” e chi ne sia il destinatario.
Il secondo caso è a dir poco paradossale. Nel mese di dicembre scorso Comune e Università condividono una convenzione che prevede l’affidamento di alcuni impianti sportivi comunali – la piscina Cappuccini, il campo di atletica e il campo da calcio Bonanno – in gestione alla Ssd UniMe, società interamente partecipata dall’Università. A parte il fatto che questa decisione conferma l’assoluta incapacità di gestione dell’impiantistica sportiva da parte del Comune, l’iniziativa nasconde tre insidie o, per meglio dire, tre “pacchi”. Due per l’Università e il terzo per gli sportivi messinesi.
Il primo “pacco” riguarda la piscina Cappuccini. Sulla gestione del plesso natatorio, infatti, pende un contenzioso tra il Comune e la Asd Waterpolo al Cga, la cui trattazione è prevista nel mese di aprile 2022. Pertanto, l’accordo tra Comune e Università sbandierato dall’ex sindaco de Luca “cala pacchi” è ad oggi indeterminato poiché il Comune si impegnerebbe a dare all’Università qualcosa di cui non dispone. Il secondo “pacco” si riferisce al fatto che l’accordo implica la realizzazione di investimenti per l’ammodernamento e efficientamento degli impianti con interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria con oneri evidentemente a carico dell’Ateneo o della Ssd. Tuttavia, l’art. 8 della convenzione confezionata dall’infallibile De Luca contiene la seguente condizione capestro per l’Ateneo: “Ciascuna delle parti potrà recedere dal presente atto con un preavviso da comunicarsi almeno tre mesi prima, senza la corresponsione di risarcimenti o indennizzi a carico delle stesse e salvo il completamento delle attività sportive già programmate”. Senza la corresponsione di risarcimenti o indennizzi? Quindi, qualsiasi eventuale investimento e/o ristrutturazione degli impianti da parte dell’Università e della Ssd rischierebbe di non essere in alcun modo riconosciuto dal Comune che, con un preavviso di tre mesi, potrebbe ritornare in possesso degli impianti ristrutturati a spese dell’Ateneo. Meno male che in Senato accademico qualcuno ha fatto notare il “pacco” ai vertici universitari assai distratti e sembrerebbe che sia stata chiesta la modifica della convenzione. La terza dose di “pacco”, infine, l’ex sindaco De Luca l’ha riservata ai messinesi. L’affidamento della gestione degli impianti sportivi comunali a una società interamente partecipata dell’Ateneo che opera in regime di esclusiva per l’Università determina la drastica riduzione dei servizi per l’utenza cittadina (per legge non più del 20%). In un colpo solo, pertanto, la città si è vista sottrarre l’80% dell’utilizzo dei suoi impianti sportivi e si è spogliata della loro gestione. Ecco la filosofia che ha ispirato i rapporti tra Comune e Università durante l’Amministrazione De Luca: bugie, “pacchi”, strafottenza e auto-attribuzione di meriti altrui...».
Caricamento commenti
Commenta la notizia