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Barcellona, il sacerdote che ha donato 2 milioni di euro: «Speranza ai giovani sulle orme di Don Bosco»

Il sacerdote spiega il suo atto d’amore

L’imminente apertura della chiesa intitolata a San Giovanni Bosco, prevista per il prossimo 19 marzo, consentirà alla città di tenere fede ad una parte delle volontà testamentarie del commendatore Salvatore Cattafi, che nel donare beni immobili, proprietà terriere e denaro all’Istituto religioso di diritto pontificio, ha voluto comprendere pure il vincolo di soddisfare la missione pastorale connessa all’educazione e allo sviluppo delle nuove generazioni. Sono passati cento anni dal lascito del vastissimo asse ereditario, e oggi il desiderio può divenire realtà, grazie allo sforzo economico dell’ottantottenne sacerdote don Agostino Irlandese, ex cappellano e padre spirituale della Guardia di finanza di Sicilia, che su una parte del terreno dove si estendeva la tenuta del benefattore ha tirato su una chiesa, sobbarcandosi progetti e spese ben oltre superiori a 2 milioni di euro, oltre alle speranze di una buona fetta di cittadinanza, che seppur in minima parte l’ha coadiuvato durante il lungo e faticoso iter in cui non sono mancati nemmeno i contrasti, soprattutto con l’Oratorio salesiano di Barcellona. «Bisognerebbe rilanciare lo spirito promosso da San Giovanni Bosco, che elargiva speranza e gioia ai giovani discutendo e restando tra loro, accogliendo tutti e senza chiudersi all’interno di concetti troppo spesso lontani dalle nuove generazioni», afferma don Agostino Irlandese, che in questi giorni sta espletando gli ultimi passaggi prima della firma che la direzione dei lavori dovrà apporre sulla relazione tecnica per l’agibilità e il collaudo della struttura.

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