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Messina, verso un turismo di qualità

Il progetto della Camera di Commercio. Destination make! Un dettagliato studio presentato lunedì scorso punta allo sviluppo del territorio metropolitano partendo dall’analisi del passato e delineando nuove strategie

Il futuro in due parole: “Destinazione Messina”. Un percorso che individua ghiotte opportunità per un territorio dalle grandi potenzialità. Il “mezzo” per raggiungere il “fine” coincide con una strategia di marketing in grado di veicolare un modello, il migliore possibile. Non «mera promozione, spunti di lavoro utili attorno ai quali poi costruire promozione e governance», si legge in documento della Camera di commercio di Messina, secondo cui «senza una direzione comune e intenzioni oculate, non è possibile impegnarsi in azioni di promozione davvero proficue». Punto cardine: «Creare la ragione per cui il viaggiatore vuole recarsi a Messina».
Da ciò trae spunto il progetto presentato lunedì scorso dal presidente dell’Ente camerale Ivo Blandina, in collaborazione con “Destination Makers”. Si punta su un turismo lontano anni luce da come veniva inteso. Affiora una nuova prospettiva, in quanto soprattutto il fruitore è cambiato. Il suo spettro decisionale «si è infatti spostato dal “cosa” (visitare, fare) al “perché” (motivo per cui viaggia). Motivazioni di visita che quindi esulano dal semplice relax o svago o lavoro, ma si intrecciano con aspetti trasversali del carattere della persona e dei suoi obiettivi di autorealizzazione», si legge nel documento. Un’evoluzione condizionata dalla pandemia e che abbraccerà ulteriori scenari: dal turismo di prossimità si sta man mano passando a una ripresa di quello internazionale, con le parole d’ordine sicurezza e flessibilità; dal turismo di massa si è approdati alla ricerca di aria aperta e borghi, anche se adesso le “towns” sembrano riprendersi la scena.
La Città metropolitana di Messina ha tre assi nella manica: di “seme” «naturalistico, dal momento che risulta l’area più popolata dal verde dell’intera Regione Sicilia e lo Stretto è un ecosistema marino di eccezionale rilevanza; strategico, grazie alla presenza dello Stretto che è una forte attrattiva paesaggistica e un importante snodo per il traffico navale; storico, in quanto ha favorito il susseguirsi di diverse dominazioni e quindi sfaccettature culturali i cui patrimoni sono ancora oggi in larga parte elementi attivi del vivere messinese. L’area gode inoltre di due poli attrattivi principali, Taormina e le Isole Eolie, nonché di altre destinazioni di rilievo da un punto di vista balneare e cinematografico, nonché archeologico». Tuttavia, a causa del terremoto del 1908, «oggi di quella Messina rimangono solo vaghi simboli che non permettono una percezione completa di tale eredità; i Monti Peloritani rappresentano un elemento fondamentale per il rilievo naturalistico, nonché per una connessione diretta ma meno battuta all’Etna; l’Argimusco, nostrana Stonehenge, costituisce un’ulteriore unicità propria dell’area, così come le Gole Alcantara, l’Isola Bella e Capo Milazzo, a sottolineare ulteriormente la rilevanza naturalistica del Messinese». E ancora: «Il paesaggio è costellato di borghi, alcuni tra i più belli d’Italia, che spesso sono luogo interessante non solo da un punto di vista architettonico e del vivere lento, ma anche di saperi e arti; il patrimonio religioso è altresì vasto e legato a diverse celebrazioni e riferimenti alla vita dei Santi e della Madonna, con particolare riguardo per la Madonna della Lettera nella città di Messina; l’area messinese è stata set cinematografico di diverse pellicole anche riconosciute a livello internazionale (prima fra tutte “Il Padrino”); la posizione strategica sullo Stretto nonché la presenza della catena montuosa dei Peloritani, ha reso Messina florido punto per la nascita di diverse fortificazioni, che oggi sono, purtroppo, in buona parte inagibili ma di estremo interesse; la Città metropolitana è inoltre area florida di punti panoramici, da Dinnammare a Tindari, tra i più ricercati dai turisti quando ben comunicati»; a livello enogastronomico, spiccano «i prodotti legati alla pesca, alla molluschicoltura, al vino (tre Doc all’interno della Destinazione) e alla pasticceria-panificazione».

I flussi turistici

Per programmare il futuro è utile guardarsi alle spalle, ossia monitorare i flussi turistici nel 2019. Prima dell’emergenza sanitaria, a Messina e provincia arrivati 481mila italiani e 594mila. Solo «l’1% ha interessato la città di Messina (45,2mila arrivi), soprattutto di turisti italiani (81%), confermando un trend in calo che perdura dal 2015, quando gli arrivi si attestavano su circa 69,9mila». A Taormina e Giardini Naxos, la proporzione tra italiani (29%, circa 186mila arrivi) e stranieri (71%, circa 447mila arrivi) si è invertita, con un totale di oltre 642mila unità e «un trend di crescita continuo». Un maggior bilanciamento si è raggiunto con le Isole Eolie, che hanno accolto il 3% degli arrivi regionali dell’anno (circa 140mila) distribuiti quasi equamente tra italiani (circa 71mila) e stranieri (69mila); il resto dei comuni della provincia ha registrato circa 257mila arrivi (il 5% del totale), con una netta prevalenza di italiani (73%) rispetto agli stranieri. Questi ultimi provenienti principalmente da Germania (14,6%), Francia (12,2%), Stati Uniti (10,7%) e Regno Unito (8,9%).
Capitolo crociere: nel 2019 approdate nel porto di Messina 170 navi di 20 compagnie internazionali, con a bordo 422mila e 732 passeggeri, un incremento del 13,5% rispetto al 2018. Quelli imbarcati a Messina sono stati 9.913 (+12,8%), mentre gli sbarcati 9.604 (+7,1%). Le presenze nel 2019 nell’intera provincia son state di quasi 2,2 milioni, il 23,2% del totale regionale (oltre 15 milioni), seguita da Palermo (21,9%), Trapani (14,9%) e Catania (14,2%). Messina ha registrato 92.570 presenze, di cui l’82% di italiani, con un decremento di 2 punti percentuali nell’ultimo triennio; Taormina e Giardini Naxos hanno invece accolto circa 2 milioni e 164mila presenze, per l’80% estere (1,724 milioni), «evidenziando una sostanziale tenuta nel corso degli ultimi cinque anni». Alle Eolie, circa 479mila presenze, con una leggera prevalenza di italiani (55%) e un calo rispetto ai due anni precedenti. Flessione riscontrata anche nel resto della provincia (778,7mila presenze contro le 934mila del 2015).

Le scelte

Gli italiani scelgono il territorio peloritano (escluse l’area di Taormina e le Isole Eolie) per il mare e la natura (100%), i buoni collegamenti e la possibilità di godere dell’ospitalità di amici e parenti (entrambe le motivazioni pesano per il 51,4% dei turisti), cui seguono il richiamo dell’enogastronomia e dell’arte e la possibilità di stare in una località esclusiva mai vista prima (tutte le motivazioni pesano per il 48,6% dei turisti). Quanto ai canali di scelta della vacanza, gli italiani raccolgono informazioni sulla città e la provincia di Messina online (70% Messina città; 48,6% provincia) e attraverso l’intermediazione tradizionale, che si basa soprattutto su consigli e materiali distribuiti dalle agenzie di viaggio (25,4 Messina città; 48,6% provincia). L’area di Taormina poggia principalmente sulle informazioni reperibili in rete (italiani 69,4%; stranieri 83,3%). A livello di attività svolte, dalla città di Messina (quasi) sempre ci si sposta verso altre mete. E quando si resta nei confini comunali si va al mare o al lago di Ganzirri, si passeggia tra le vie del centro storico, alla ricerca di quella Sicilia che vive di tradizioni e prelibatezze.

L’offerta

La città di Messina presenta il 66% circa di alloggi e attività di ristorazione (che impiegano oltre 4,6mila addetti, pari al 61% del totale) e il 16% di attività ricreative (306 unità, con 709 addetti). Il 10% dell’offerta è dato dai servizi di trasporto, che però occupano quasi 2000 addetti, ovvero il 26% del totale, e le attività di viaggio e di noleggio abbracciano il 7% sull’offerta complessiva (qui lavora il 3,3% del totale addetti); il comprensorio di Taormina vede crescere il peso dell’accoglienza e ristorazione in modo importante (72%, con un assorbimento degli addetti che lavorano nel turismo di ben l’84,5%); i trasporti coprono il 13% dell’offerta (quasi il 6% degli addetti) e le attività ricreative il 7,5% (con un totale addetti del 7% circa) mentre le attività di viaggi e noleggio si attestano sul 6,5% (e addetti per il 3%); per le Eolie, di contro, si riduce il peso dei servizi di alloggio e ristorazione (60%, che però occupano il 72% degli addetti), mentre crescono i servizi di trasporto e noleggio (19%, 108 imprese e 284 addetti) e, soprattutto di viaggi e noleggi (14% e 8% di addetti); più limitato il peso delle attività ricreative, che occupano il 5% della forza lavoro totale, pari a 97 addetti; il resto della provincia distribuisce l’offerta tra il 67% di servizi di alloggio e ristorazione (che occupano quasi 8,5mila addetti), poco meno del 13% per i servizi di trasporto (che riportano quasi il 20% degli addetti) e le attività ricreative (il 12% di offerta con 1000 addetti), mentre le attività di viaggio e noleggio occupano l’8% e impiegano il 4% degli addetti totali. L’offerta ricettiva alberghiera della provincia di Messina si compone di 394 strutture (poco più di 31,5mila posti letto) con una prevalenza di 3 stelle (37%) e 4 stelle (31%), cui segue il 12% di residenze alberghiere. Le strutture “extra” sono 1000 e si dividono tra il 56% di B&B e il 35% di alloggi privati in affitto. Agriturismi (4%), campeggi e villaggi (3%) rappresentano una quota residuale. Ma dal 2015 si registra una sostanziale modifica nella composizione dell’offerta ricettiva, con un graduale e costante aumento di strutture extra-alberghiere (78%). L’area di Taormina e Naxos è coperta da 143 strutture alberghiere e 182 extra-alberghiere. La prima categoria include il 70% di hotel di classificazione medio-alta, 12 hotel 5 stelle e 5 stelle lusso.

La spesa e i luoghi di interesse

Nel 2019, «tra le città italiane con più di 200mila abitanti, il Comune di Messina risulta quello ad aver speso di meno per il turismo: 1,10 euro pro capite», mentre l’insieme dei luoghi di interesse vede a Messina al primo posto la Cattedrale, seguita dal Santuario della Madonna di Montalto e da quello della Madonna di Dinnammare: a Taormina piazza IX Aprile, Villa comunale e Duomo; a Giardini il porto, il lido La romantica e il lido Acquascivoli Tobogan; alle Isole Eolie, i fanghi di Vulcano, la spiaggia di Canneto e la Chiesa vecchia di Quattropani.
A proposito del contesto comunicativo, l’area di Messina si trova in una situazione “di svantaggio”, che vede la forte aggressione da parte di altre mete siciliane più attrattive (prima fra tutte Palermo). Un’inversione di rotta è data da una serie di progettualità in corso di realizzazione: dal recupero del waterfront di Messina all’implementazione della banda ultra larga alle Eolie, passando per RideOnStrait, Ex fiera di Messina, Porto delle feluche a Ganzirri, riqualificazione del Pilone, recupero della Zona falcata, riqualificazione dell’Isola Bella e del Castello Schisò, I-Hub dello Stretto. Un punto di forza però è il seguente: Messina risulta la prima provincia in Sicilia per il valore apportato dall’economia blu (relativa all’ambiente marino), mentre è diciassettesima nel panorama nazionale.

Le pietre miliari

Ecco, quindi, che oggi per il raggiungimento della visione strategica occorre una serie di passi, definiti milestones (pietre miliari). Quattro quelle individuate: “Pop-up blue culture: innovare l’esistente e costruire una nuova motivazione di visita”, “Messina tourism friendly: una nuova offerta di valore dal patrimonio e dall’ospitalità”, “Messina on the map: comunicare la destinazione sulle mappe dei viaggiatori”, “Governance statement: un soggetto gestore per la destinazione Messina verso il futuro”.

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