Sono stati tutti condannati al termine del processo con il rito abbreviato, su richiesta dei pubblici ministeri Manuela Scali e Veronica De Toni, le 4 persone arrestate il 15 giugno 2021 nell'operazione “Predator”. Tutti gli imputati, riconosciuti responsabili delle razzie ai danni di aziende agricole, facevano parte della banda che depredava i vivaisti operanti nel triangolo compreso tra Mazzarrà, Furnari e Rodì Milici, ai cui vertici era il sorvegliato speciale Roberto Martorana, 51 anni, scarcerato due anni fa dopo aver scontato una pena definitiva per mafia a seguito dell'operazione “Gotha Pozzo II”.
Il giudice Salvatore Pugliese, così come avevano chiesto i pm De Toni e Scali, ha condannato Roberto Martorana, accusato di aver costituito una associazione a delinquere per depredare i vivaisti e riconosciuto capo dell’organizzazione, a 8 anni e 8 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 2 mila euro, con interdizione in perpetuo dai pubblici uffici.. Alla pena di 6 anni e 1.600 euro di multa, oltre all'interdizione perpetua, è stato condannato il figlio, Antonino Martorana, 29 anni, al quale era intestata la locazione di un vivaio che lo stesso Roberto Martorana gestiva assieme al congiunto e ad altri due giovani con pregiudizi giudiziari, risultati anche loro attivi componenti della banda. Infatti alla pena di 4 anni di reclusione ciascuno, oltre al pagamento di mille euro di multa a testa, sono stati condannati anche Marco Chiavi, 27 anni e Christian Pietrafitta, 29 anni, che hanno avuto l'interdizione dai pubblici uffici, tutti di Mazzarrà. Tutti e 4 gli imputati, difesi i Martorana dall'avv. Sebastiano Campanella ed Chiavi e Pietrafitta dall'avv. Nino Aloisio, sono stati assolti da un episodio, per non aver commesso il fatto.
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