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Messina, il duplice omicidio di Camaro. Accertamenti su tracce di sangue e motorino del killer

La sparatoria di via Eduardo Morabito del 2 gennaio scorso. Il gip Pagana accoglie la richiesta della Procura sull’esame delle tracce di sangue e gli accertamenti sul ciclomotore del killer

(Foto Alessio Villari)

Lo stallo è sbloccato. L’incidente probatorio sulla sparatoria di Camaro San Luigi del 2 gennaio scorso che s’è trasformata in un duplice omicidio con le morti del 31enne Giovanni Portogallo e del 35enne Giuseppe Cannavò, si terrà il prossimo 16 febbraio.
Il gip Fabio Pagana ha infatti accolto la richiesta che nei giorni scorsi avevano formulato i tre magistrati che si occupano della vicenda, ovvero il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e i sostituti Giulia Falchi e Stefania La Rosa.
Anche i difensori del presunto killer ancora in fuga, il 37enne Claudio Costantino, l’avvocato Filippo Pagano e il prof. Carlo Taormina, avevano avanzato “riserva” di incidente probatorio nel corso degli accertamenti urgenti delle indagini, “riserva” che il gip aveva rigettato, e il 7 febbraio avevano depositato una nuova istanza in tal senso.
Adesso però, superata la contrapposizione tra accusa e difesa in questa fase preliminare, l’incidente probatorio diventa ufficiale e si terrà il 16 febbraio. Il gup Pagana ha nominato come periti l’ispettore superiore Ferdinando Mori e la dott. Paola Di Stefano.
Su cosa verteranno gli accertamenti tecnici lo spiega lo stesso gip, che ha accolto solo due dei profili di richiesta della Procura: le analisi delle tracce ematiche repertate dai carabinieri all’interno dell’abitazione di Costatino, che è stata il teatro principale della sparatoria, in comparazione con i campioni di sangue delle due vittime, Cannavò e Portogallo, prelevate sui corpi e sugli indumenti che indossavano quel pomeriggio; l’esame e l’analisi delle tracce di natura biologica - impronte, dna, sangue -, sul ciclomotore Honda SH di colore bianco che costantino ha adoperato per la fuga da via Morabito e che è stato trovato abbandonato parecchi giorni dopo lungo la strada che porta ai Colli Sarrizzo.

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