Le prime dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia, Filippo Genovese, detto lo “Scozzese”, che riguardano la nomenclatura del traffico di droga tra Barcellona e Milazzo, entreranno a far parte del processo scaturito dall'operazione “Dinastia” che riprenderà il 28 febbraio. Non è escluso che in quell’udienza la Procura distrettuale antimafia, con i pm Francesco Massara e Fabrizio Monaco, possa chiedere l'ammissione quale teste dello stesso neo collaboratore di giustizia che con le sue dichiarazioni sta contribuendo a corroborare elementi di prova nei confronti di imputati nello stesso processo. Non è un caso, infatti che tra gli imputati dei due tronconi del processo si annoverano nomi di discendenti di famiglie che hanno avuto ruoli rilevanti nella storia della criminalità organizzata locale riconducibile a “Cosa nostra”. Lo scozzese fa i nomi, oltre a quelli che al momento sono stati omissati per garantire la segretezza delle indagini, di quanti hanno avuto ruoli nel traffico degli stupefacenti. Parlando ancora di Tindaro Giardina, che aveva avuto quale suo collaboratore dopo l'investitura da parte di Carmelo Mazzù, affinché si occupasse dello spaccio di droga con i suoi cugini Peppe Ofria e Alessio Alesci, per sottrarre gli incassi al controllo di Francesco Turiaco, inteso Nino Testa, ha riferito di aver finanziato l'acquisto di cocaina «in almeno due occasioni, intorno al 2014, nel periodo in cui mi trovavo ai domiciliari». Il rapporto con Giardina sarebbe durato poco dal momento che lo Scozzese lo picchiò per altrettante volte. Parlando di Giardina, Genovese ha sottolineato che lo stesso «trafficava droga con Filippo Torre, e si rifornivano in Calabria per acquistare la marijuana. So anche che, sempre con Giardina, Filippo Torre aveva un canale di fornitura pure ad Adrano, ove compravano la cocaina». Filippo Torre, che abitava nello stesso quartiere e “al quale in più occasioni – racconta Genovese – ho ceduto anche io della cocaina per spacciarla». Quindi racconta un episodio: in occasione di uno degli acquisti di droga, fatto ad Adrano, Filippo Torre e suo figlio Giuseppe, fermati dalla polizia, furono arrestati. Per lo “Scozzese” Filippo Torre «spesso non pagava i fornitori, e questo creava problemi.