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Barcellona, la storia del “falso” pentito Carmelo Giambò

Nelle motivazioni delle sentenza d’appello sul maxi processo “Gotha 6” la vicenda del killer di Cosa nostra Carmelo Giambò sconfessato dalla stessa Dda

Carmelo Giambo'

Che voleva fare il killer Carmelo Giambò nel suo tentativo clamorosamente naufragato di collaborare con la giustizia? Salvare i suoi capi Giuseppe Gullotti e Salvatore “Sem” di Salvo da un ergastolo? Riscrivere alcune pagine della storia mafiosa di Barcellona facendo riaprire alcuni processi? Ha ricevuto per questo un “mandato carcerario” e poi non ha più saputo gestire la situazione, finendo la sua breve carriera da pentito con la richiesta di revoca del programma di protezione da parte della Distrettuale antimafia dopo pochi mesi di dichiarazioni in contrasto con gli altri collaboranti?
C’è anche questa storia emblematica tra le pagine delle motivazioni depositate di recente della sentenza d’appello del maxi processo Gotha 6 sulla “mattanza” avvenuta lungo la zona tirrenica con una sequenza di omicidi impressionante decisi da Cosa nostra barcellonese per i motivi più svariati tra il 1993 e il 2012. Le ha scritte - si tratta d quasi 500 pagine -, il presidente della Corte d’assise d’appello Maria Pina Lazzara. Una sentenza che nel maggio del 2021 ha stabilito una serie di ergastoli per tutti i capi o reggenti storici della cupola barcellonese, come Giuseppe Gullotti, Giovani Rao e Salvatore “Sem” di Salvo, e per altri elementi di spicco della frangia tradizionale del gruppo mafioso.
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