Il Tar di Catania, in accoglimento della linea difensiva di “Ato Me 2 spa” in liquidazione di cui era capofila il Comune di Barcellona con competenze su altri 37 Comuni della fascia tirrenica da Villafranca a Brolo, ha rigettato tutte le domande formalizzate - in danno dello stesso “Ato Me 2 di Barcellona - da parte della Città Metropolitana di Messina che chiedeva il pagamento, per un ammontare di 8 milioni e 124 mila e 512 euro, quale tributo dovuto secondo la richiesta di Palazzo dei Leoni per “l'esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene ambientale”, il cosiddetto Tefa.
Aldilà del dato oggettivo derivante dall’avere evitato all'Ato Me 2 di cui è liquidatore l'ing. Salvatore Re una condanna al pagamento di oltre 10 milioni di euro (8.124.512 di euro oltre interessi e rivalutazione monetaria), la sentenza risulta particolarmente importante nella parte in cui recepisce la richiesta del difensore dell'Ato, l'avv. Francesco Aurelio Chillemi, volta ad affermare che dal 2009 in poi Ato Me 2 spa “è carente di legittimazione passiva in relazione al tributo richiesto non curando più direttamente qualsivoglia attività di riscossione della Tia nel periodo successivo a alla stessa annualità del 2009”.
Attività di riscossione che invece dovevano effettuare in proprio i Comuni soci dello stesso Ato e che di fatto la “Tefa” che spettava alla Città Metropolitana era stata traslata e doveva essere recuperata dai Comuni, così come avviene da qualche anno.
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