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Messina, omicidio di Camaro: arrestato il “terzo uomo”

E' avvenuta il 2 gennaio scorso in via Eduardo Morabito: la Procura ha chiesto e ottenuto la misura dal Gip. Ai domiciliari il 23enne Bartolo Mussillo che era già indagato per favoreggiamento

Mussillo sulla scena del delitto

Il “terzo uomo” adesso è agli arresti domiciliari. In Procura ne sono convinti: ha detto molto meno di quello che sa, forse oscillando tra omertà e paura. Il gip parla chiaramente di «condotte reticenti».
C’è quindi un’altra clamorosa novità per il duplice omicidio di Camaro San Luigi del 2 gennaio scorso, in cui sono morti il 31enne Giovanni Portogallo e, otto giorni dopo i fatti, in ospedale, il 35enne Giuseppe Cannavò. Protagonisti di quella che sembra ormai a tutti gli effetti una spedizione punitiva finita molto male.
E mentre il 37enne Claudio Costantino, presunto killer, è ancora latitante e indagato con l’accusa d’aver sparato all’impazzata contro Portogallo e Cannavò con la sua calibro 9per21, cambia lo scenario giudiziario per il “terzo uomo” apparso sulla scena del delitti, il 23enne Bartolo Mussillo («ha visto più di quanto ha raccontato», ha scritto il gip Pagana sulla sua posizione). La Procura, l’aggiunto Vito Di Giorgio e il sostituto Stefania La Rosa, ha chiesto e ottenuto dal gip il suo arresto ai domiciliari. L’accusa è sempre favoreggiamento (era già indagato per lo stesso reato).
Mussillo, che è già stato più volte sentito dai magistrati con l’assistenza del suo difensore, l’avvocato Giuseppe Bonavita, è parente di una delle vittime. È lui, tra l’altro, che con il suo scooter, visto che stazionava in zona, ha accompagnato Cannavò, già gravemente ferito, al pronto soccorso dell’ospedale Piemonte. Eppure ha negato di conoscerlo davanti agli inquirenti.

È ancora il gip Fabio Pagana ad aver siglato questa nuova ordinanza di custodia cautelare, la terza in ordine di tempo sul duplice omicidio, che adesso riguarda Mussillo e il suo ruolo nella vicenda di presunto favoreggiatore.
Ecco cosa scrive tra l’altro il magistrato: una teste, per esempio «... ha riferito che sia lei che l’odierno indagato conoscevano in realtà il defunto Cannavò Giuseppe. Ancora, sono state estrapolate dal profilo facebook riconducibile al Cannavò Giuseppe due foto datate 28 novembre 2021 ritraenti proprio Portogallo Giovanni e Cannavò Giuseppe in compagnia di Mussillo Bartolo intenti a consumare un pasto in un ristorante. Inoltre il Mussillo ha negato di avere assistito alla sparatoria o anche solo al principio della stessa che ha portato all’uccisione del Portogallo e del Cannavò».
Quindi il gip valuta criticamente questo suo atteggiamento assunto durante le indagini: «... orbene, si tratta di affermazioni ancora una volta del tutto inverosimili, chiaramente smentite dalle immagini versate in atti e citate nella ordinanza applicativa di misura dell’8 gennaio 2022 sopra integralmente riportata, dalla cui analisi emerge che certo l’odierno indagato ha visto più di quanto riferito e che certo lo stesso ha accompagnato le vittime fino al punto in cui le predette hanno incontrato l'assassino...».
Poi il gip valuta le esigenze cautelari per la decisione sugli arresti domiciliari (è la misura più grave che si può chiedere per questa tipologia di reato, n.d.r.): «... le superiori condotte hanno certamente aiutato il Costantino, responsabile, come visto, del duplice omicidio, ad eludere le investigazioni ed hanno, comunque, ostacolato l'accertamento dei fatti. Ed, in effetti, non v’è dubbio che con le sue condotte reticenti il Mussillo abbia ostacolato l’accertamento della dinamica dei delitti in contestazione e l’individuazione del responsabile degli stessi, sebbene poi siano stati acquisiti validi elementi probatori aliunde».

Ma Mussillo ha taciuto per omertà o per paura? Secondo il gip è stato spinto dal primo motivo: «Si badi bene, non può assumere alcuna valenza scriminante la circostanza che il Mussillo abbia avuto paura di ritorsioni o che abbia temuto di essere in qualche modo coinvolto nelle vicende giudiziarie in esame... tuttavia ritiene questo giudice che la predetta paura possa assumere rilevanza scriminante quando abbia i connotati della concretezza, concretezza non ravvisabile nel caso di specie per almeno due ordini di motivi. In primo luogo ciò non è stato neppure dedotto da Mussillo nell’occasione in cui lo stesso è stato escusso a sommarie informazioni testimoniali, vale a dire prima ancora che emergessero gli elementi che hanno poi evidenziato le sue condotte di favoreggiamento, fungendo, in tal senso, da vera e propria cartina al tornasole. In secondo luogo non può tacersi, a fronte della richiesta in esame, l'attività captativa in corso nel tentativo di rintracciare il Costantino, responsabile del duplice omicidio. Dalla predetta attività captativa, della genuinità del contenuto della quale allo stato non vi sono elementi per dubitare, emerge ulteriormente come certo il Mussillo abbia visto più di quanto riferito... ebbene nulla nelle stesse attività captative ha fatto emergere un timore del Mussillo per la propria incolumità».

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