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Messina, a Palazzo Zanca torna l’incubo default

Le prossime settimane saranno decisive, entro un paio di giorni verranno trasmesse a Palermo le controdeduzioni. Pesano le osservazioni della Corte dei Conti, messe nero su bianco prima di Natale. Dieci punti tra i quali spiccano i dubbi sulla reale «attendibilità» del Piano di riequilibrio

Corte dei conti

Sarà la resa dei Conti. E la “C” è volutamente maiuscola. In un senso o nell’altro, nelle prossime settimane troverà risposta un quesito che al Comune di Messina ci si pone da molto più dei dieci anni trascorsi dalla prima stesura del Piano di riequilibrio: Palazzo Zanca è in dissesto finanziario o no? Il fatto che ci sia voluto un decennio per arrivare ad una risposta la dice lunga sulle storture di un iter troppo farraginoso, se si considera che alla base ci sono difficoltà finanziarie di un ente da superare, in un modo o nell’altro. Al di là di questo, il verdetto della Corte dei Conti è atteso per più motivi: politici, perché da esso dipende la scelta di Cateno De Luca (ricandidarsi in prima persona o candidare un suo assessore); amministrativi, perché la bocciatura del Riequilibrio comporterebbe il dissesto finanziario e, quindi, una serie di passaggi delicati nell’assetto burocratico del Comune; e, ovviamente, finanziari.

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