C’è una grande incognita, a pesare sulla prossima campagna elettorale. Ed il posticipo delle dimissioni di Cateno De Luca c’entrano fino a un certo punto. C’entrano, eccome, i motivi di questo rinvio che, salvo improbabili colpi di scena, dovrebbe comportare solo un cambio di data, rispetto ad una decisione che sembra presa e dalla quale il sindaco non tornerà indietro. La convocazione della Corte dei Conti e, soprattutto, ciò che ne seguirà, cioè il verdetto sul Piano di riequilibrio, saranno elementi centrali nella partita che porterà alla sindacatura “post De Luca”. I tempi sono così scanditi: il 1. febbraio Palazzo Zanca trasmetterà le contro deduzioni dell’Amministrazione alle pesanti osservazioni inviate dalla Corte dei Conti a metà dicembre. L’8 febbraio, dunque, si terrà l’udienza a Palermo, quella che ha portato De Luca a rinviare le dimissioni. Poi, nel giro di poche settimane – assicura lo stesso De Luca – dovrebbe arrivare il verdetto. E qui arriva il bivio, un “bianco o nero” rispetto al quale non esiste “grigio”: al sì al Piano di riequilibrio c’è una sola alternativa e si chiama dissesto finanziario. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina