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Messina, le dimissioni di De Luca, il Quirinale e quelle storiche coincidenze...

Quando le elezioni per il Capo dello Stato avvennero nello stesso anno delle Amministrative in riva allo Stretto. Un’occasione per ripercorrere anche le visite dei presidenti a Messina

Dopo la firma della lettera di dimissioni del sindaco di Messina, acquisita la data in cui la nota sarà assunta al protocollo di Palazzo Zanca si potranno computare i venti giorni per la scadenza del periodo utile ai fini del perfezionamento delle dimissioni o della loro revoca.

Le modalità di presentazione dell'atto con cui si manifesta la volontà abdicativa, secondo un costante orientamento, il “dies a quo” per il computo del termine di cui all’art. 53 del decreto legislativo 18 agosto 2000, è infatti identificato nel giorno in cui le dimissioni vengono assunte al protocollo dell'ente.

Per quanto riguarda il computo del termine, si applica il principio sancito dall'art. 2963, comma 2 del Codice civile. in base al quale non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e la prescrizione si verifica con lo spirare dell'ultimo istante del giorno finale; tale concetto è ribadito altresì dall'art. 155, comma 1 del Codice procedura civile, il quale dispone che nel conteggio dei termini a giorni e ad ore, si escludono il giorno e l'ora iniziali.
In altre parole sapremo dell’efficacia delle dimissioni presumibilmente dopo il 7 febbraio, e se si troverà una intesa politica potremmo già avere il nuovo presidente della Repubblica, vista la data della prima votazione stabilita dal presidente della Camera, Roberto Fico per lunedì 24 gennaio 2022, alle 15.

La scelta per il Quirinale sembra comunque condizionare alleanze e coalizioni politiche per i prossimi appuntamenti elettorali che non riguarderebbero solo le eventuali amministrativi al Comune di Messina. Dopo l’ineluttabile periodo di commissariamento, Covid permettendo, per la prossima primavera sono previste le

Amministrative in ventitré i capoluoghi di provincia, con gli appuntamenti più attesi a Genova, Palermo, Catanzaro, L’Aquila, Verona, Parma e Padova, con il possibile accorpamento ai referendum che al momento sono al vaglio della Consulta: giustizia, eutanasia, droghe leggere e caccia. Se dovesse saltare questo appuntamento si potrebbe avere uno slittamento all’autunno quando sono in programma anche le elezioni regionali in Sicilia.

Quella della contemporaneità elettorale messinese con la stagione della elezione del Capo dello Stato ha un precedente storico, con la rielezione di Giorgio Napolitano nell’aprile 2013 che precedette le Amministrative per Palazzo Zanca del giugno 2013. Quella fu anche la prima volta di una rielezione della stessa persona al Quirinale, e anche la prima volta che lo stesso Parlamento elesse due volte un Presidente.

Napolitano fu eletto al VI scrutinio con 738 voti su 997 con i partiti a favore: Pd, Psi, Cd, Pdl, Sc, Lega Nord. A quella epoca a Messina dopo le dimissioni del sindaco Giuseppe Buzzanca, per candidarsi alle elezioni regionali, il 31 agosto 2012, fu nominato Luigi Croce, commissario straordinario fino alla tornata elettorale di giugno 2013 contestualmente all’elezione del consiglio comunale ed ai consigli circoscrizionali.

Dopo il ballottaggio che caratterizzò quell’appuntamento, alla carica di sindaco fu eletto Renato Accorinti con 47.866 voti, pari al 52,67 per cento; l'altro candidato del ballottaggio, Felice Calabrò, ne aveva ottenuti 43.017, pari al 47,33 per cento. Significativa in quella tornata il dato dell’affluenza; al primo turno votarono 141.662 elettori, con il 70,22 per cento; percentuale che si ridusse al successivo turno al 45,81, quando i votanti risultarono 92.419.

Oltre questa coincidenza le sole elezioni ravvicinate sono quelle del 1946, quando al Colle, dopo il primo Capo provvisorio dello Stato per soli quindici giorni, dal 13 al 28 giugno 1946, di Alcide De Gasperi, il successivo Enrico De Nicola, fu eletto dall’Assemblea costituente, il 26 giugno 1947, con 405 voti su 431 votanti. Il 2 febbraio del 1946, curiosità storica, era ristabilito il collegamento telefonico tra Messina e Roma dopo i danni della guerra.

I messinesi il 2 giugno del 1946 si recarono prima alle urne per l’elezione dei deputati della Costituente e per il referendum della forma costituzionale e poi per le amministrative del 24 novembre 1946, le prime dell’era repubblicana a Messina, con l’insediamento della Giunta municipale retta dal sindaco di Giuseppe Ceraolo, dal 14 gennaio al 6 luglio 1947.

Un’amministrazione formata dalla lista dell’Uomo qualunque, lista che al tempo era stata definita il “partito dei senza partito”, DC e Pli, che ebbe il carattere di provvisorietà alla quale successe quella del sindaco liberale Giuseppe Basile, dal luglio 1947, dopo che il 20 aprile dello stesso anno si erano svolte le prime elezioni per l’Assemblea regionale in Sicilia. Quest’ultima elezione consentì poi l’11 maggio del 1948, per l’elezione del presidente Luigi Einaudi, la partecipazione tra i 900 Grandi elettori, membri del Parlamento, dei soli rappresentanti della Sicilia, unica Regione rappresentata e quella stagione elettorale non registrò alcun appuntamento per le amministrative a Messina.

Per l’elezione di Giovanni Gronchi nel 1955, le amministrative nella città dello Stretto si erano svolte il 25 maggio 1952 e successivamente durante quel mandato presidenziale, si tennero il 27 maggio 1956 e il 6 novembre 1960.

Per l’elezione di Antonio Segni nel 1962, nessun appuntamento concomitante mentre per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, del 28 dicembre 1964, a Messina si era votato per il rinnovo della Giunta comunale il 24 novembre 1964 che, dopo la parentesi commissariale del prefetto Francesco Monaco, insediò il sindaco Francesco Saja.

Per l’elezione del presidente Giovanni Leone, avvenuta il 24 dicembre 1971, dopo 23 scrutini, le amministrative si erano svolte l’anno precedente il 7 giugno 1970 e poi il 15 giugno 1975. Durante il mandato del presidente Sandro Pertini, eletto l’8 luglio 1978, le Amministrative messinesi si volsero due anni dopo l’8 giugno 1980 e quindi il 12 maggio 1985, anno in cui il 24 giugno fu eletto per il suo settennato, il presidente Francesco Cossiga. Anche per la successiva elezione del 25 maggio 1992, con la scelta del presidente Oscar Luigi Scalfaro, non coincisero elezioni amministrative in quanto le consultazioni locali si tennero poi il 12 giugno 1994 e il 24 maggio 1998.

Stessa circostanza per l’elezione di Carlo Azeglio Ciampi, avvenuta il 13 maggio 1999, che fece registrare elezioni comunali a Messina il 25 maggio 2003. Tre anni dopo tale consultazione il 15 maggio 2006 venne eletto per il suo primo mandato da presidente, Giorgio Napolitano, durante il quale si tennero le amministrative del 15 giugno 2008.

Per il mandato di Sergio Mattarella, eletto presidente il 31 gennaio 2015, gli appuntamenti elettorali a Messina si erano tenuti nel 2013 e poi nel giugno 2018 quando divenne sindaco Cateno De Luca, l’ottavo eletto direttamente per guidare Messina, città che in 39 amministrazioni repubblicane ha avuto 31 sindaci, due prosindaci e conterà complessivamente sette commissari dopo la nomina che sarà fatta per le dimissioni di De Luca.

I presidenti Napolitano e Mattarella sono stati gli unici che durante il loro mandato al Quirinale non hanno effettuato visite ufficiali nel capoluogo peloritano, ma il presidente Mattarella presenziò a Taormina il 26 maggio 2017, al vertice del G7 e quale Ministro della Difesa, insieme a Napolitano, rappresentante del Parlamento Europeo, il 24 novembre 2000 fu a Messina, per la visita del Presidente della Repubblica Ciampi, in occasione del Convegno internazionale nel centenario della nascita di Gaetano Martino.

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