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Messina, la Procura chiude l’inchiesta sui lavori stradali e le tangenti

L’indagine sugli interventi di bonifica al centro di un giro di soldi e favori

È chiusa l’inchiesta su quella che è stata definita la “cricca delle strade”, quando nel dicembre scorso portò ad una serie di arresti nella sua prima fase, e che adesso attende il vaglio successivo dell’udienza preliminare per una prima valutazione sulla eventuale sussistenza delle accuse. Il quadro probatorio, nell’atto ex art. 415 bis c.p.p. notificato dal sostituto della Dda Rosanna Casabona, non è mutato rispetto a quello prospettato dalla Procura a dicembre, quando coinvolse undici indagati, di cui sette finirono agli arresti domiciliari su disposizione del gip. Si tratta dell’indagine della Procura e dei carabinieri di Messina e Taormina, che ha fatto luce su un vasto sistema di corruzione nel settore degli appalti per il ripristino delle strade dopo gli incidenti con danni alla carreggiata, oppure dopo lo sversamento di liquidi e detriti. Allo stato sono indagati: l’ex comandante della Polizia metropolitana di Messina, il generale Antonino Triolo; l’ex comandante della Polizia locale di Letojanni, Alessandro Molteni; l’ispettore Santo Triglia, in servizio a Letojanni; Elisa Molteni, figlia del comandante; Gaetana Cardile, moglie di Triglia; Antonino Navarria, amministratore della “Sos Strade Srl” di Mascalucia; Andrea Lo Conti, titolare della ditta “La Car” di Santa Teresa di Riva. Sono indagati nell’ambito della stessa inchiesta, ma a suo tempo non furono destinatari di provvedimenti restrittivi, un dipendente dell’Ufficio tecnico del Comune di S. Teresa di Riva, Antonino Cosentino, e il figlio Filippo (il primo avrebbe rivelato al titolare della società indagata delle notizie riservate sulla gara in corso per la stipula della convenzione di ripristino e bonifica stradale a Santa Teresa, in cambio dell’assunzione in nero del figlio per circa un anno», e infine l’imprenditore cosentino Antonio Iantorno.

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