C'era una volta la scuola... Tredici presidi di Messina: "Mettiamo al centro i nostri ragazzi"
Tredici presidi di Messina hanno scritto una lettera aperta alla cittadinanza per presentare la loro posizione nel contesto caotico di questa confusa ripresa delle lezioni. I dirigenti scolastici Leonardi, Marano, D'Amico, Tringali, Di Prima, Maiuri, La Tona, Quattrocchi, Celesti, Galvagno, Longo, Ruggeri e Pistorino scrivono:
"C’era una volta la Scuola. Era un bel luogo, tangibile e reale, intellettuale, vivace e creativo, nel quale i giovani si formavano, socializzavano, interagivano con gli adulti, crescevano, avendo punti di riferimento sani e granitici.
Poi, un giorno di un marzo caldo e luminoso, arrivò un mostro, microscopico ma micidiale, chiamato Covid, che sconvolse tutti gli equilibri, trasformò la Scuola in una landa desolata, nella quale studenti, famiglie, docenti e presidi brancolavano al buio, nella spasmodica ricerca di quella normalità che non esisteva più.
Ed ecco che alla stabilità subentrò il Caos, il quale, sotto mentite spoglie, cominciò a riprodursi voracemente, nutrendosi di norme, decreti, protocolli di sicurezza, DAD, DDI, sentenze dei Tribunali, diffide, Comitati DAD No, Comitati DAD Sì, Comitati scuola in presenza No, Comitati scuola in presenza Sì, che puntualmente gli venivano offerti in dono, per tenerselo buono.
Insomma un vero delirio nel quale, ogni giorno, chiunque ritenesse di averne titolo in relazione al proprio ruolo istituzionale, si peritava di sentenziare, disporre, ordinare, ricorrere, annullare, riproporre, dimentichi del fatto che, forse, si sarebbero potuti avvalere dell’esperienza di strani personaggi che la Scuola la conoscono davvero, perché ci hanno lavorato, e continuano a farlo ogni giorno, sfidando il mostriciattolo Covid, per arginarlo e difendere i ragazzi che le famiglie hanno loro affidato.
Questi strani e misteriosi soggetti, prima, si chiamavano Presidi ed erano rispettati nel loro ruolo di organizzatori delle attività scolastiche, responsabili dell’apprendimento degli studenti, trait d’union tra le famiglie e la scuola, interfaccia tra l’istituzione scolastica e le altre istituzioni, pubbliche e private.
Questi ingenui personaggi, forgiati dallo studio e soprattutto dai tanti anni di esperienza nel campo dell’istruzione, che ancora credono in una scuola che sia ambiente formativo a disposizione dei giovani, divengono invisibili, delegittimati nel loro ruolo di formatori delle nuove generazioni. Da un giorno all’altro, diventano oggetto di dileggio, umiliati, derisi e descritti come nullafacenti, incompetenti, irresponsabili, ignoranti di legge, e chi più ne ha, più ne metta.
Il piatto è servito. Il mostro trasforma nuovamente la Scuola in altro, in una poco divertente giostra di disposizioni e di interpretazione di norme. Di fronte a tale stato di incertezza, i Presidi, impotenti testimoni del disorientamento e del malessere che serpeggia tra i giovani, le famiglie e gli operatori della scuola (docenti, Ata, ecc.) cercano di avvertire dello sfacelo a cui si sta andando incontro e della destabilizzazione di assetti fondati, prevalentemente, sulla fiducia che i giovani nutrivano nei confronti delle istituzioni, quelle con la I maiuscola.
Essi chiedono, a più riprese, che le decisioni che vengono assunte nell’interesse della scuola e dei giovani, non volino alte sulle loro teste, ma siano frutto di interlocuzione, scambio, confronto, sinergia.
E’ ovvio che i Presidi non hanno in tasca la soluzione a tutti i problemi, ma, con le proprie competenze ed esperienze , che gli derivano dall’aver lavorato fianco a fianco con gli studenti, le loro famiglie, ed i loro docenti, instancabilmente e con passione, possono contribuire a ritrovare la rotta che porta alla strada della Scuola , al fine di ritornare a quella normalità che gli studenti ricercano, per uscire dal tunnel della paura, dello smarrimento, del dolore che il Covid ha loro causato.
La paura del mostro Covid , annidatosi nella Scuola, condizionando tutte le scelte che le ruotano attorno, si combatte riportando al centro di ogni decisione lo studente, in una visione olistica che, oltre al corpo, curi l’animo , ridandogli serenità, sicurezza e stabilità.
E’ soltanto questo che, nell’esclusivo interesse della Scuola e, quindi, al di fuori di qualunque schieramento politico, sommessamente, i Presidi avrebbero consigliato ai decisori politici, se questi ultimi avessero dedicato un minuto del loro prezioso tempo, per ascoltarli".