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Emergenza Raffineria, ora a Milazzo si fa strada l’ipotesi della manifestazione a Roma

Il rischio di perdita di posti di lavoro dopo il controverso decreto ministeriale. Il Pd chiede lo stop delle norme, Timbro invoca tavolo nazionale

Raffineria, sale la tensione, così come era prevedibile. E se c’è attesa per il confronto di domattina al Comune di Milazzo tra gli amministratori locali, i vertici della Ram e i sindacati, dall’altro ci si prepara alla mobilitazione. Che – assicurano i lavoratori – stavolta non si fermerà ad un presidio sotto il palazzo municipale, ma potrà sfociare anche in una manifestazione a Roma. Le maestranze sono sul piede di guerra e temono che questa limitazione imposta attraverso la prescrizione “impossibile da rispettare” sul camino E10, possa essere -– evidenziano Pino Foti, Francesco Donato e Carlo Caruso – «una strategia volta a chiudere i cancelli dell’ultima grande realtà produttiva della provincia e far fuori un un’ingombrante concorrente dal mercato della raffinazione». E gli stessi lavoratori dell’azienda petrolifera, lanciano precise accuse «a chi non ha mai programmato una alternativa di sviluppo nel territorio, limitandosi solo a parlare di chiusura e di riconversione. Spesso – affermano – leggiamo dichiarazioni di chi non è mai entrato in Raffineria e non conosce cosa avviene realmente. Ciò non è possibile in quanto evidenzia un quadro diverso da quello della realtà. Non c’è dubbio che si debbano rispettare determinate norme in materia ambientale, ma la Raffineria, anche attraverso gli investimenti già attuati e da fare, presta molta attenzione a questi aspetti».

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