Scuole nella Messina "arancione", il sindaco De Luca annuncia nuova ordinanza per tornare in dad. Ma è il caos
Cosa accadrà adesso alle scuole con il passaggio di Messina in zona arancione? E' il rebus di queste ore. Il sindaco Cateno De Luca ha subito annunciato, nel corso della sua diretta, che preparerà una nuova ordinanza che prevede la dad sino al 23 gennaio. Ma il nodo è un altro. Basta la zona arancione per consentire ai sindaci di emanare ordinanze per andare in dad? La prefetta Cosima Di Stani ha mandato una lettera ai comuni in cui torna sul potere dei sindaci e sull'ordinanza emanata dalla Regione lo scorso 7 gennaio 2021 che, derogando quanto contempla la normativa statale, prevede la possibilità di dad in zona "rossa e arancione". In contrasto appunto con quanto deciso dal Governo che, invece, contempla solo in alcuni casi di zona rossa. Una discrasia che rischia di creare tanta incertezza nelle prossime ore. Nei giorni scorsi a sollevare il caso dell'inefficacia di ordinanze dei sindaci in zona arancione era stato il Comitato Scuola in presenza: "La vicenda - si leggeva nella nota - riveste interesse ed ha ripercussioni a livello sia nazionale sia locale, e quindi anche nella nostra Regione, in quanto nonostante la norma statale preveda espressamente ed in modo inequivoco che la didattica si debba svolgere in presenza e che i Presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano e i Sindaci possano derogarvi, per specifiche aree del territorio o per singoli istituti, esclusivamente in zona rossa e in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità (sorvoliamo sull’imbarazzante confusione presente sia nell’ordinanza regionale del 7 gennaio sia in quelle sindacali, relativa al non aver tenuto conto delle modifiche apportate al DL del 6 agosto 2021 nella sua conversione in Legge 133 del 24 settembre, che abolisce la dicitura ‘arancione’) alcuni Sindaci, del tutto illegittimamente, hanno emanato nuovamente ordinanza di chiusura delle scuole e attivazione della didattica a distanza, in assenza dei presupposti previsti dalla legge. Tali provvedimenti, caratterizzati da gravi profili di illegittimità, sono attualmente sospesi dalla decisione del governo regionale di posticipare il rientro a scuola con una modifica del calendario scolastico. Tuttavia, diversi sindaci hanno manifestato l’intenzione di riproporre le ordinanze di chiusura al termine di tale fase". All'orizzonte dunque un nuovo ricorso al Tar da parte di chi ritiene che l'ordinanza regionale 1 del 7 gennaio vada impugnata? Una vicenda paradossale, da far arrossire tutti, a scapito degli studenti che stanno pagando sulla loro pelle giorni di incertezza.