Messina

Giovedì 28 Novembre 2024

Messina, retroscena e affari di Busacca: sequestrato l'impero nato sui servizi sociali

Un impero economico tra coop assistenziali, alberghi, scuole private e case di riposo. Nato e cresciuto all’ombra di Cosa nostra barcellonese. Con la “protezione” dell’infermiere in pensione ed ex vice presidente del consiglio comunale di Milazzo Santino Napoli, di recente condannato in appello nel procedimento “Gotha 7” a 6 anni di reclusione per concorso all’associazione mafiosa dei Barcellonesi fino al 2011. È questo il quadro probatorio secondo la Procura antimafia di Messina da cui s’è originato il maxi sequestro di beni per un valore stimato di cento milioni di euro, eseguito ieri dalla polizia a carico dell’imprenditore 64enne Giuseppe Busacca, originario di Ficarra e da anni trapiantato a Milazzo, e i suoi prestanome. Busacca è stato infatti raggiunto insieme ad altri soggetti dal decreto della sezione delle Misure di prevenzione del Tribunale di Messina, che sul piano operativo ha preso il nome in codice di “Hera” (una delle strutture ricettive sequestrate). Busacca è indiziato tra l’altro di intestazione fittizia di beni aggravata dalla finalità mafiosa, riciclaggio e impiego di beni di provenienza illecita. L’imprenditore in passato è già stato arrestato per estorsione e per una truffa in erogazioni pubbliche. I giudici scrivono tra l’altro nel provvedimento di una «vicinanza» e di una «alleanza criminale» tra Santino Napoli e Busacca, e citano una serie di informative dei commissariati quando delineano la cosiddetta “pericolosità sociale” di Busacca. Eccone un passaggio: «... i contributi dichiarativi già sintetizzati hanno messo in luce la vicinanza tra Napoli Santo e Busacca Giuseppe, soggetto che oltre ad essere stato interessato unitamente al Napoli, alla gestione dei locali di intrattenimento di Milazzo, gestisce, in maniera criminale, come si vedrà meglio nel prosieguo, una pletora di cooperative del settore sociale. L’alleanza criminale tra Busacca Giuseppe e Napoli Santino trova traccia già da epoca risalente nell'informativa del 2001 del Commissariato di Milazzo da cui risulta che Napoli Santo, a metà dell'anno 2000, intervenne, insieme al menzionato Cattafi Rosario Pio, sul sindaco pro tempore di Milazzo..., oltre che per caldeggiare la propria candidatura ad assessore comunale, anche per assicurare a Busacca Giuseppe, in qualità di titolare della soc. coop. soc. Genesi (all'epoca denominata soc. coop. soc. Geriatrica), la proroga del servizio di assistenza domiciliare agli anziani». Il sequestro di beni è stato richiesto congiuntamente dal procuratore capo di Messina Maurizio de Lucia e dal questore Gennaro Capoluongo, ed eseguito dalla Divisione anticrimine della Questura di Messina e dal Servizio centrale anticrimine. Ha riguardato una serie di soggetti sul piano nominativo e poi sedici tra società di capitali e coop sociali, queste ultime oggetto di una serie di interposizioni fittizie ma tutte riferibili secondo la Procura a Busacca e Napoli, e in alcuni casi al figlio di quest’ultimo, Antonino Napoli (per Santino Napoli la richiesta di sequestro di beni è stata rigettata dai giudici, n.d.r.). Sono citati inizialmente nel provvedimento oltre a Napoli e Busacca anche Alessandro Busacca, l’ex consigliere comunale di Messina Nora Scuderi, Antonino Napoli, Francesco Rantuccio.

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