Quando le ruspe, ad inizio del prossimo anno, inizieranno a buttar giù quelle baracche, sarà un gran giorno. Perchè se c’è un luogo simbolo del “risanamento” di Messina, questo è Fondo Fucile e fra sei mesi sarà un ricordo. Il Comune ha pubblicato pochi giorni fa il bando per la demolizione della baraccopoli che guarda il viale Gazzi. C’è tempo fino al 27 dicembre per presentare le offerte e pochissimi giorni dopo potrà essere montato il cantiere che cambierà il volto a tutta quell’area. Da metà degli anni ‘70, casetta dopo casetta, baracca dopo baracca, la favelas è cresciuta. Una prima demolizione, quasi 50 anni fa, c’era già stata ma poi, senza un vero risanamento cioè una ricostruzione sopra le macerie, è bastato poco perché riprendessero le costruzioni di abitazioni quasi tutte ad un piano, una addossata all’altra, senza servizi e con, in molti casi tetti in onduline di amianto. E alla fine si è arrivati fino a 120 abitazioni, oltre 500 persone che hanno vissuto fino ad un paio di mesi fa in quelle abitazioni di fortuna. Poi, grazie al progetto comunale Capacity e poi all’azione di Arisme, è stato completato lo sbaraccamento. Una parte delle famiglie ha ricevuto una quota con cui ha potuto acquistare, dove ha preferito aggiungendo una piccola cifra, una abitazione dignitosa. L’altra parte dei nuclei familiari, invece, attraverso Arisme ha ricevuto un appartamento fra quelli che l’agenzia presieduta da Marcello Scurria ha acquistato sul mercato cittadino.
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