Messina

Sabato 27 Aprile 2024

Nebrodi, quegli insostenibili tagli alla sanità nel Messinese

Non c’è solo il Punto nascita, che rappresenta purtroppo il vertice, drammatico e di strettissima attualità, dell’iceberg. A venire al pettine adesso sono tutti i nodi di oltre un ventennio almeno nel quale la sanità sui Nebrodi altro non è stata che oggetto di continui tagli e ridimensionamenti, tanto in termini strutturali quanto di risorse umane. Un “saccheggiamento” con cui deve fare i conti sempre più duramente sulla propria pelle una comunità costretta a battagliare anche per le garanzie più elementari e fondamentali, mentre altrove si continuano ad inaugurare reparti e servizi, ancorché sacrosanti e legittimi. Una lotta di cui i sindaci debbono necessariamente farsi carico, rappresentando con forza nelle sedi istituzionali il dramma vero e proprio di un territorio riconosciuto come area interna, con tutte le annesse oggettive criticità, ma allo stesso tempo sguarnito di presidi essenziali come quelli sanitari. Argomenti affrontati anche ieri, per l’ennesima volta, nella riunione dei sindaci del Distretto sanitario 31, a Sant’Agata Militello, centro capofila, convocata dal sindaco Bruno Mancuso, con la partecipazione del primo cittadino di Mistretta Tatà Sanzarello. Se la cronaca, purtroppo, ha riportato alla ribalta il problema della mancanza di un Punto nascita sui Nebrodi, ad emergere sono state anche tutte le altre carenze che interessano gli ospedali di Sant’Agata, dove sono diversi i reparti in grossa sofferenza, a partire da Cardiologia, e di Mistretta stesso, da tempo ridotto al lumicino. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina  

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