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A Messina e Taormina la “cricca delle strade” ai domiciliari

Ipotizzato un sistema di corruzione negli appalti per il ripristino della viabilità dopo gli incidenti Coinvolti il capo della Polizia Metropolitana di Messina, vigili urbani di Letojanni e imprenditori

Undici indagati, di cui sette agli arresti domiciliari. Ha smantellato una vero e proprio “business” l’indagine della procura e dei carabinieri di Messina e Taormina, che ha fatto luce su un vasto sistema di corruzione nel settore degli appalti per il ripristino delle strade dopo gli incidenti con danni alla carreggiata, oppure dopo lo sversamento di liquidi e detriti.
Gli indagati E sono coinvolti anche alcuni pubblici funzionari, compreso il capo della Polizia metropolitana di Messina, vigili urbani e imprenditori. Il gip Maria Militello ha disposto gli arresti domiciliari per: il comandante della Polizia metropolitana di Messina, il generale Antonino Triolo; il comandante della Polizia locale di Letojanni, Alessandro Molteni; l’ispettore Santo Triglia, in servizio a Letojanni; Elisa Molteni, figlia del comandante; Gaetana Cardile, moglie di Triglia; Antonino Navarria, amministratore della “Sos Strade Srl” di Mascalucia; Andrea Lo Conti, titolare della ditta “La Car” di Santa Teresa di Riva. Sono indagati nell’ambito della stessa inchiesta, ma non sono destinatari di provvedimenti restrittivi: un dipendente dell’Ufficio tecnico del Comune di S. Teresa di Riva, Antonello Cosentino, e il figlio Filippo, in quanto il primo avrebbe rivelato al titolare della società indagata delle notizie riservate sulla gara in corso per la stipula della convenzione di ripristino e bonifica stradale a Santa Teresa, in cambio dell’assunzione in nero del figlio per circa un anno; l’imprenditore cosentino Antonio Iantorno.

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