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Vertenza Gicap a Messina, partite le denunce all'Ispettorato. La Cgil: "Emergenza sociale"

La Like Sicilia ha dichiarato che non pagherà novembre, ma soltanto le giornate lavorate di ottobre e la retribuzione differita solo fino al 30 di settembre nonostante i contratti di lavoro siano formalmente attivi fino al passaggio a Medial Franchisin

Davanti all’Ispettorato del Lavoro di Messina si è creata una fila di lavoratrici e lavoratori della rete vendita ex-Gicap. Vogliono denunciare le inadempienze della Like Sicilia nei loro confronti. Si prevedono giornate calde per gli ispettori messinesi che dovranno attendere il deposito di oltre 400 denunce relative al mancato pagamento degli stipendi, a trattenute sui cedolini di dubbia liceità, a livelli di inquadramento non adeguati, a rimborsi spese per le missioni effettuate completamente assenti.

La Like Sicilia ha dichiarato che non pagherà novembre, ma soltanto le giornate lavorate di ottobre e la retribuzione differita solo fino al 30 di settembre nonostante i contratti di lavoro siano formalmente attivi fino al passaggio a Medial Franchising. “Questa è una violazione della legge. Pagare gli stipendi è il minimo sindacale - dichiara Giselda Campolo, la segretaria generale della Filcams CGIL di Messina - le denunce all’Ispettorato del lavoro sono d’obbligo, e sono l’inizio di un percorso di rivendicazione che coinvolgerà tutte le istituzioni competenti”.

Moltissimi lavoratori si sono ritrovati davanti all’Ispettorato del Lavoro. “Una così importante presenza alla prima data utile per effettuare le segnalazioni dimostra come sia una emergenza e serva una accelerata alla definizione della vertenza - continua Campolo - Non siamo in condizioni di aspettare che si svolgano i tempi della giustizia, nonostante stiamo provvedendo a depositare le azioni legali contro la Like Sicilia.

L’intervento dell’Ispettorato del Lavoro è, però, necessario per stringere su delle scelte aziendali, contro norma, che stanno affamando le famiglie. Ogni giorno che passa è un’altra giornata senza retribuzione. Il lavoro va pagato e non si fanno sconti!”

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