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Raffineria di Milazzo, i sindacati: "Il 'cambio rotta' di Musumeci superficiale e pericoloso"

La crisi delle raffinerie e le prospettive legate alla transizione ecologica non possono ricadere sulla carne vive dei lavoratori

Raffineria di Milazzo

“Le affermazioni rilasciate a Milazzo dal presidente Musumeci sul tema degli insediamenti industriali presenti in quell’area, a partire dalla Raffineria e dalla centrale a2a, sono gravemente superficiali poiché evidenziano assoluta pericolosità per le prospettive delle importanti realtà produttive”. Lo hanno dichiarato Giovanni Mastroeni, Antonino Alibrandi e Ivan Tripodi, segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Messina.

“Se per il presidente Musumeci 'cambiare rotta', queste le sue testuali parole, significa cancellare gli oltre 5.000 posti di lavoro e provocare una sciagura economica e sociale che colpirebbe l’area di Milazzo e tutta la provincia di Messina, allora gli diciamo con la forza della ragione che non siamo assolutamente d’accordo. La crisi delle raffinerie e le prospettive legate alla transizione ecologica non possono ricadere sulla carne vive dei lavoratori.

Sarebbe, invece, opportuno ed auspicabile che si apra un confronto che, nel pieno rispetto del binomio rappresentato da ambiente e lavoro, metta in sicurezza l’occupazione di migliaia di lavoratori occupato nell’area industriale milazzese. Noi siamo pronti, auspichiamo che anche il governo regionale sia disponibile ad affrontare un tema dirimente per le prospettive del nostro territorio”, hanno così concluso Mastroeni, Alibrandi e Tripodi.

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