Che il sistema dell’emergenza-urgenza vada rivisto, a tutti i livelli, è una certezza da cui, ormai, non si prescinde e che va oltre i tragici fatti di cronaca degli ultimi tempi. Una certezza che è ben chiara da tempo agli addetti ai lavori. Dagli inizi del 2020, infatti, esiste un progetto-pilota pensato per il bacino di Messina, ma che potrebbe essere modello esportabile anche al di fuori dei nostri confini. A redigerlo è stato chi vive in prima linea il più delicato degli ambiti della sanità (e oggi in prima linea affronta anche la “guerra” contro il Covid), il dott. Vincenzo Picciolo, referente Emergenza-Urgenza 118 dell’Asp di Messina. In quel documento di 46 pagine – che forse oggi sarebbe il caso di tirare fuori dai cassetti –, “sposato” anche dall’allora direttore generale dell’Asp, Paolo La Paglia, Picciolo spiega già dal titolo del progetto come fosse necessario «incrementare lo sviluppo organizzativo del sistema di emergenza-urgenza, tramite la riorganizzazione delle risorse umane in dipartimento interaziendale funzionale territorio-ospedale». In altri termini, non un semplice coordinamento, ma una reale integrazione tra i vari anelli della catena, con il paziente al centro del sistema. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina