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Ora si rada al suolo l’Eurobunker di Messina

Un’altra delle aree da bonificare e da valorizzare al più presto all’interno del Piano riguardante la Falce

La carne al fuoco non manca, bisogna però evitare che si bruci. E che tutti gli annunci, e i buoni propositi, di queste ultime settimane, finiscano in cenere. Mai come in questo periodo si può “sognare” ma mai come in questo periodo, se i sogni dovessero rivelarsi pure e semplici illusioni, il risveglio sarebbe crudele. Perché ci sono tutte le condizioni – ma tutte davvero – per prendere in mano il destino della porzione di territorio più preziosa della nostra città, per armonizzare tutti gli interventi programmati, o in corso di pianificazione, e per fare della Falce il simbolo della “ripresa e resilienza” della città di Messina. L’ultima notizia relativa a quest’area risale alla primavera del 2020, proprio quando, ahinoi, scoppiava l’emergenza pandemica. Ed era stata una buona, anzi ottima notizia, per l’Autorità di sistema portuale, titolare di quei terreni. Il Consiglio di giustizia amministrativa, infatti, con la sentenza 184 del 18 marzo 2020, respingeva il ricorso con il quale il curatore fallimentare di “Eurobunker Srl” chiedeva la modifica della precedente sentenza del Tar Catania. Nel 2016 il Tribunale amministrativo aveva confermato la validità degli atti a suo tempo emessi dall’Autorità Portuale e cioè il diniego di concessione e l’ordine di sgombero delle aree. Una sentenza, quella del Cga, particolarmente significativa perché aveva stabilito che «il provvedimento gravato è plurimotivato» e che «l’area non appartiene al Demanio regionale», chiarendo, dunque, definitivamente l’annoso contenzioso sui presunti conflitti di competenza.

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